L’odio contro Israele colpisce le prime vittime.
È stato inquietante ascoltare l’assassino Elias Rodriguez urlare «Free, free Palestine» dopo aver ucciso due ragazzi ebrei, membri dell’ambasciata di Washington. Rodriguez ripeteva lo slogan come un militante disciplinato: il suo doppio omicidio era parte di un’azione antisemitica ormai accettata nel discorso pubblico e politico.
Le affermazioni di Netanyahu riguardo alla disponibilità a negoziare sono state ignorate, mentre Hamas continua a sequestrare aiuti umanitari, facendo ricadere su Israele la colpa della sofferenza della popolazione. Gli attacchi terroristici e i missili contro i civili israeliani sono in costante aumento, ma l’opinione pubblica continua a vedere Israele come il colpevole principale. Questo clima di odio e disinformazione ricorda le tensioni del passato, con il pericolo di comportamenti estremi in aumento.
Comportamenti discutibili sono emersi anche nel Parlamento italiano, dove è stata presentata una mozione contro Israele. Le parole di esponenti politici, che parlano di pulizia etnica e di genocidio, riflettono una mentalità che promuove violenza e divisione. La retorica contro gli ebrei si è intensificata, creando un vocabolario intriso di termini come «bambini», «crimini di guerra» e «genocidio», accentuando la disinformazione e la manipolazione della realtà.
Le sinistre italiane si sono unite attorno a posizioni anti-israeliane, con leader che non esitano ad attribuire colpe a Netanyahu. L’Unione Europea ha anche proposto di rivedere i rapporti con Israele, dimostrando una crescente pressione politica. In Gran Bretagna, le affermazioni di genocidio da parte di esponenti politici sembrano far parte di una narrazione diffusa, mentre i fatti sul campo vengono distorti da una precisa agenda.
In questo clima, l’ambasciatore americano a Gerusalemme ha smentito le notizie riguardanti presunti allontanamenti tra Usa e Israele, sottolineando il sostegno reciproco in un contesto di conflitto. La propaganda del genocidio, portata avanti da Hamas, continua a diffondersi, con affermazioni inquietanti sulla volontà di perpetuare la violenza.