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L’indagine su Prestipino mette in ombra quella sull’agenda rossa: ma nessuno a destra si lamenta.

La presidente della Commissione parlamentare antimafia ha stigmatizzato la clamorosa fuga di notizie riguardante De Gennaro, che ha compromesso l’indagine sul furto dell’agenda rossa di Paolo Borsellino. La verità sulla strage di Via D’Amelio e sul depistaggio subito dopo l’accaduto dovrebbe essere una priorità da perseguire con maggiore impegno. La collaborazione con la Procura di Caltanissetta, in particolare con il Procuratore De Luca, dovrebbe fornire sostegno all’accertamento della verità, restituendo onore ai perseguitati. Tuttavia, la situazione sembra essere più complessa di quanto appaia.

Recentemente, l’opinione pubblica è stata attirata su un’indagine per rivelazione di segreti investigativi a carico del Vice procuratore nazionale Michele Prestipino, il quale, riunito a Roma con De Gennaro e Francesco Gratteri, avrebbe condiviso dettagli sulle indagini riguardo infiltrazioni mafiose negli appalti per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Tuttavia, è emerso che l’indagine su Prestipino è stata possibile grazie a un monitoraggio di mesi su De Gennaro, ritenuto custode di segreti sul furto dell’agenda rossa. Ciò suscita interrogativi: era il monitoraggio su De Gennaro promettente, rendendo la fuga di notizie dannosa per l’indagine sull’agenda, oppure era già considerato non produttivo? E De Gennaro era a conoscenza del suo monitoraggio?

Inoltre, non è chiaro se il presupposto dell’indagine su Prestipino fosse effettivamente basato sull’intercettazione di De Gennaro. Questo è stato fatto notare da diversi giornalisti, che hanno espresso dubbi sulle motivazioni alla base di tale monitoraggio.

Nessuna reazione significativa è giunta da parte di esponenti della destra riguardo a questa fuga di notizie. Non ci sono state richieste di intervento specifico né richieste di ispezione ministeriale, il che porta a pensare che il monitoraggio su De Gennaro fosse considerato già non produttivo.

Detto ciò, potrebbe esserci stato un tentativo di utilizzare questa indagine come pretesto per attaccare la Polizia di Stato, con riferimenti a figure già smentite nel contesto del furto dell’agenda rossa. È documentato che ci sono stati diversi passaggi di mano della borsa contenente l’agenda, alcuni dei quali hanno coinvolto forze dell’ordine. Resta da capire quando e chi ha effettivamente maneggiato la borsa dopo il furto.

Infine, ci sono dubbi anche riguardo al pranzo tra Prestipino, De Gennaro e Gratteri, specialmente in considerazione della classificazione del “ponte sullo Stretto” come opera strategica. Questo suscita interrogativi sul reale bisogno di tali incontri se i servizi segreti hanno già accesso a informazioni sensibili necessarie per la sicurezza nazionale.

È evidente che ci sia una tensione in corso all’interno dell’Antimafia, con sviluppi investigativi che coinvolgono diverse istituzioni e hanno già portato a conseguenze significative.


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