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La lettera dello chef alunni: «La violenza non è forza».

Il papà di Mattia Ahmet è tornato in Italia per qualche giorno insieme alla moglie. Una sala della biblioteca di Misano Adriatico è stata intitolata al ragazzo. L’incontro con gli studenti è stato caratterizzato da un messaggio profondo e significativo: «La violenza non rende forti».

A pochi mesi dalla tragedia, i genitori di Mattia, accoltellato in un mercato di Istanbul il 24 gennaio e deceduto in ospedale il 9 febbraio, sono tornati per un momento di memoria e condivisione.

La biblioteca comunale di Misano, dove il ragazzo era nato, ha dedicato a lui una sala studio. Durante un incontro con gli studenti delle scuole superiori, il papà ha condiviso un messaggio toccante:

Cari bambini,
oggi sono qui per parlarvi con il cuore. Sono il papà di un ragazzo speciale. Il suo nome era Mattia Ahmet, e aveva un grande sogno: vivere in un mondo dove tutti si vogliono bene, et dove si risolvono i problemi parlando, ascoltando e rispettando gli altri.
Un giorno, purtroppo, delle persone cattive lo hanno ferito, e lui non è più con noi. Ma sapete una cosa? Anche se non lo vediamo più con gli occhi, lui è diventato un Angelo… La violenza non rende forti.
Sapete cosa rende forti davvero? Dire “mi dispiace”, aiutare un amico, scegliere di non rispondere alla cattiveria con altra cattiveria.
Voi siete il futuro. E il futuro ha bisogno di bambini come voi: gentili, coraggiosi, e pieni di luce… E finché porteremo avanti il nome di Mattia con amore e con azioni, continuerà a vivere in ciò che facciamo.
Grazie per avermi ascoltato.

Il processo agli aggressori di Mattia è ancora in corso, con la prossima udienza prevista per il 20 giugno.

Intanto, sono stati condannati cinque imputati nel processo per le minacce alla famiglia Minguzzi. Un imputato ha ricevuto una pena di 4 anni e 8 mesi, mentre gli altri quattro sono stati condannati a 1 anno e 8 mesi con rilascio sotto controllo giudiziario.


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