Killer in fuga a Milano: suicidio dopo una telefonata.
Alle 15.13 di venerdì, una telecamera di via Massimo Gorki a Cinisello Balsamo riprende una donna e un uomo camminare sotto la pioggia verso il Parco Nord. Dopo le 15.30, il contapassi sul cellulare della donna smette di registrare movimenti. Verso le 17, una telecamera della metropolitana riprende solo l’uomo mentre scende le scale della fermata Bignami. Si nota un particolare: l’uomo ha la borsetta della donna a tracolla.
Prima di salire su un vagone della metro, fa due telefonate con il cellulare della vittima, chiedendo perdono e rivelando una connessione profonda tra di loro, avendo il numero della madre salvato in rubrica. Dopo, getta il cellulare in un cestino dove verrà ritrovato successivamente.
Dopo questo, l’uomo inizia a muoversi per la città senza tracce precise. Riappare alle 6.15 di sabato in via Napo Torriani, di fronte all’hotel «Berna», dove tenta di aggredire un collega «colpevole» di aver chiesto alla vittima di interrompere la loro relazione. Allarmati, gli investigatori temono che possa essere fuggito in Germania, ma rimane a Milano. Verso le 13.42, si getta dalla terrazza del Duomo, indossando ancora gli stessi vestiti. Ha con sé un ritaglio della foto della vittima e una ciocca di capelli presumibilmente appartenente a lei.
In passato, era considerato un detenuto modello durante il periodo di detenzione. Aveva trovato lavoro in un hotel e dopo un anno era stato assunto a tempo indeterminato. Tuttavia, aveva precedenti penali per un omicidio avvenuto nel 2016. Dopo la cattura, iniziò a girare tra i penitenziari italiani, affrontando diverse difficoltà durante la detenzione. La condanna per il suo crimine era stata ridotta in appello, accogliendo parzialmente la sua tesi difensiva, escludendo circostanze aggravanti che avrebbero potuto allungare la pena.