Il quorum…
Il quorum è un miraggio per i referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno su lavoro, Jobs Act e cittadinanza. Un sondaggio ha fornito dati sull’affluenza attesa per i 5 quesiti a cui gli italiani sono chiamati a rispondere. Il primo quesito chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti nel contratto a tutele crescenti introdotto nel 2015. Il secondo riguarda l’abrogazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle imprese con meno di 16 dipendenti. Il terzo quesito è sull’abrogazione delle norme che consentono contratti di lavoro a termine fino a 12 mesi senza le “causali”. Il quarto concerne gli infortuni sul lavoro e richiede l’abrogazione della norma che limita la responsabilità all’azienda appaltatrice o subappaltatrice. Infine, il quinto quesito chiede di dimezzare da 10 a 5 anni il tempo minimo di residenza legale per ottenere la cittadinanza italiana per un maggiorenne.
Per rendere esecutivi i risultati dei referendum è necessaria la soglia del 50% più uno di affluenza. Il 62% degli italiani è al corrente dei referendum, il 33% li ritiene molto importanti e il 20% abbastanza. Tuttavia, quando si chiede dell’intenzione di votare, le percentuali calano. I contrari al voto arrivano al 43%, considerando chi è completamente sicuro e chi è propenso.
La percentuale di chi probabilmente voterà scende tra il 32% e il 38%. Gli elettori del Pd e del M5S sono più propensi rispetto a quelli di altre forze. Attualmente, i “sì” prevalgono nettamente nei referendum riguardanti il lavoro, mentre per il quesito sulla cittadinanza si attesta al 66%. Un’affluenza stimata sotto il 40% a meno di un mese dal voto non è un buon segnale.