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Il mistero del cimitero con lapidi in date variabili.

Una parente ha scoperto che la data di morte di un defunto, riportata sulla lapide, non corrispondeva a quella reale vissuta dalla persona. Il defunto risultava morto nel 2010, mentre il funerale si era svolto nel 1992, come confermato da un registro del custode. Questo non è un caso isolato: almeno altre tre persone, decedute negli anni ’90, presentano date di morte alterate sulla loro pietra tombale, in netto contrasto con le fotografie d’epoca. 

La situazione si complica ulteriormente in un cimitero di Grottaglie, dove è stato trovato un loculo nell’ossario già “prenotato” con nome, cognome e vera data di morte. Le lapidi alterate rappresentano un metodo per evitare l’estumulazione delle salme, che avviene secondo le normative comunali.

Una ricevuta di una confraternita rivela che per 800 euro è possibile “rinnovare” la morte, trasferendo la salma in un altro loculo con una data di decesso postdatata di circa vent’anni. Questo sistema consente ai familiari di mantenere i loro cari nei loculi, evitando una temporanea sepoltura in terra se i resti sono ancora integri prima del trasferimento nell’ossario.

Il meccanismo coinvolgerebbe diverse confraternite religiose, sollevando preoccupazioni riguardo a possibili favori economici e burocratici. A seguito delle scoperte, è stata avviata un’indagine interna.


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