Il giallo dei Bronzi
La questione sull’origine dei Bronzi di Riace si trasforma in un’inchiesta basata su una storia ricorrente da 35 anni. La Procura di Siracusa indaga sull’ipotesi che le statue, trovate nel 1972 al largo di Riace Marina, potrebbero essere state individuate un anno prima a Brucoli, in Sicilia, e poi trafugate da alcuni legati alla mafia. Non è la prima volta che si discute di altre segnalazioni su ritrovamenti dei Bronzi, con indicazioni di spiaggiamenti nei fondali di Grosseto, Sardegna o Puglia, e si ipotizza la presenza di un’ulteriore statua descritta come «con le braccia aperte». Questa teoria era già emersa negli anni ’80 da parte di archeologi americani. Analisi geochimiche suggeriscono che le terre di saldatura siano simili a quelle della zona siracusana, da cui ora si rivendica la paternità delle statue.
Daniele Castrizio, docente di Numismatica all’Università di Messina e membro del comitato scientifico del Museo Archeologico di Reggio Calabria, presenta l’ipotesi che le statue, alte rispettivamente 1,96 e 1,97 metri, siano state realizzate ad Argos e rappresentino il duello tra Polinice ed Eteocle. Un ritrovamento di una statua a Argos nel 1991, con materiali di fusione simili, rinforza questa teoria. Le statue sarebbero state esposte a Roma come bottino di guerra, con riferimenti storici documentati. Il Bronzo B risulta danneggiato, con riparazioni effettuate che potrebbero indicare Siracusa come luogo di modifica.
Castrizio descrive la lega delle statue, evidenziando che proviene da fonti diverse, e nomina il bronzista Pythagoras di Reggio come possibile artefice. Si nota che il gruppo di statue potrebbe includere la madre Euryganeia, con braccia allargate, descritta anche da testimoni dell’epoca del ritrovamento. Si menziona inoltre l’ipotesi di una terza statua, che sarebbe finita al Paul Getty Museum, alimentando speculazioni sul coinvolgimento della ‘ndrangheta. L’inchiesta di Siracusa potrebbe quindi partire da questo elemento.