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Garlasco sotto assedio, strade transennate: famiglie distrutte.

Il sindaco ha dichiarato: «Ero amico di Chiara Poggi, non si parli di omertà». Le famiglie Stasi e Cappa hanno lasciato il paese. «Il santuario? Gli esorcismi ci sono sempre stati, ma nessuna massoneria. È un luogo di fede».

DAL NOSTRO INVIATO
GARLASCO (PAVIA) – Domenica scorsa il sindaco ha imposto delle transenne in via Canova e via Pascoli, escludendo l’accesso a giornalisti, curiosi e concittadini non residenti, per contenere la pressione. Garlasco, nota per la sua vivace vita sociale, è diventata teatro di vicende oscure. «Ero all’isola d’Elba il giorno del delitto, e qui c’è da aver paura».
Il sindaco, di carattere diretto, guida alla scoperta dei presunti misteri della sua città. «Non c’è nulla di misterioso, né omertà. Ho già avvisato i miei avvocati per eventuali querele».

Le tappe

La prima tappa è via Canova, dove vive la famiglia Sempio, e dove il principale indagato del delitto di Chiara Poggi, avvenuto 18 anni fa, a volte si rifugia. «Le ho portate io le transenne, Andrea mi ha ringraziato per l’ordinanza di chiusura della strada. È una situazione difficile per lui e per tutti coinvolti». Il sindaco si dirige verso la villetta dei Poggi, dove è avvenuto il delitto per il quale è stato condannato Alberto Stasi. «Conoscevo bene Chiara, io e Alberto eravamo amici».

La caserma

Passando davanti a una caserma dei carabinieri, il sindaco ricorda che Alberto lì era arrivato a piedi quel giorno. «In quei giorni ero all’Elba e non posso essere sospettato. Ora la vicenda si è allargata e ci sono famiglie distrutte». Il sindaco vuole far conoscere la vera Garlasco, vitale e festosa, e sottolinea che non ci sono fughe significative dalla città. Tuttavia, due famiglie, gli Stasi e i Cappa, si sono trasferite a Milano. «Le ragazze sono brave». Mentre guida, saluta i concittadini e il sindaco è spesso raggiunto anche dalla segretaria comunale. «Ci sentiamo ingiustamente accusati, queste storie fanno male alla comunità». Ed ecco il Santuario della Madonna della Bozzola, venerato dai locali.

La suggestione

L’avvocato di Sempio ha sollevato la possibilità che il Santuario fosse collegato al delitto, suscitando polemiche. «Se si parla di strane messe e di esorcismi, mi sembra infondato. Gli esorcismi ci sono sempre stati, ma non ci sono misteri o massonerie. È un luogo di fede». Il sindaco contatta padre Fabio, il rettore del Santuario, preoccupato per i commenti emersi. «Abbiamo bisogno di proteggere i fedeli, ma ci sono sempre stati momenti di oscurità». Il Santuario rimane un simbolo di comunità.


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