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Garlasco: ricerche su abusi e delitti di Chiara Poggi.

File salvati su una chiavetta l’8 giugno 2007. Un articolo era stato scritto da una giornalista. Quando scoprì che era stato messo da parte, cercò di capirne il motivo.

Chiara Poggi, un paio di mesi prima di essere uccisa, il 13 agosto 2007 nella sua casa di Garlasco, aveva fatto delle inquietanti ricerche su Internet e le aveva salvate sulla sua chiavetta Usb. Dettagli che, riletti oggi, anche alla luce delle nuove indagini, potrebbero aiutare a individuare il movente del delitto. La 26enne, laureata in Economia e che lavorava in un’azienda milanese, navigava spesso su siti di giornali femminili, con vari interessi.

Ma venerdì 8 giugno 2007 aveva salvato alcuni articoli dal tono diverso. «Abusati 550», «pedofili 1, 2, 3», «anoressia 1, 2, 3, 4, 5»: erano catalogati in questo modo. Le testimonianze riguardavano vittime di abusi, ferite personali e le loro scelte autodistruttive. C’erano esperti che cercavano di entrare nelle loro menti. Temi ricorrenti nei pezzi includevano una sessualità che esprimeva più sofferenza che gioia.

Inoltre, c’erano anche due articoli sulle vittime d’omicidio. Si trattava di grandi casi irrisolti e c’erano dettagli sul Dna, la conservazione dei reperti e l’analisi dell’arma del delitto anche dopo tempo. La giornalista ricordò che uno degli articoli era stato scritto da lei e che scoprire che Chiara l’aveva messo da parte la incuriosì. Il padre assicurò che Chiara non era affascinata da delitti e cronaca nera.


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