Garlasco, ombre sull’omicidio di Chiara Poggi e impronta.
La recente inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, riporta alla luce tracce trascurate e ipotesi dimenticate. Tra i reperti ora esaminati c’è l’impronta di una scarpa femminile, di lunghezza compresa tra i 24 e i 26 centimetri, trovata al piano terra della villetta dei Poggi, in cima alla scala che conduce alla cantina dove fu rinvenuto il corpo della giovane. Un elemento che all’epoca non ricevette sufficiente attenzione e che oggi potrebbe assumere una nuova importanza.
La richiesta di un nuovo esame proviene dall’avvocato di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata e attualmente in semilibertà. «Va rivalutata ogni impronta», afferma il difensore, «compresa quella di una calzatura femminile, taglia 36 o 37. Le tecnologie attuali potrebbero fornire risultati diversi rispetto al passato».
Il dubbio che l’autore del delitto possa non essere stato un uomo non è mai stato completamente escluso. Secondo la difesa, l’impronta potrebbe appartenere all’assassino o a un complice. I consulenti della pubblica accusa avevano ipotizzato un martello da muratore come arma: uno strumento facilmente utilizzabile, tale da non escludere la possibilità che i colpi mortali possano essere stati inferti anche da una donna. Anche la dinamica del ritrovamento del corpo, alla base della scala, potrebbe suggerire una caduta provocata da una spinta.
Il sicario e il santuario della Madonna della Bozzola
Rimangono ancora senza risposta domande importanti sul movente. Secondo un avvocato che difende un indagato per omicidio in concorso con ignoti, potrebbe trattarsi di un delitto su commissione. Non si trova un movente credibile per gli attuali indagati. Non si può escludere l’ipotesi di un sicario incaricato per eliminare una persona diventata scomoda. Una teoria priva di prove concrete, ma sostenuta da un inquietante sospetto: Chiara potrebbe essere stata silenziata perché sapeva troppo.
Non lontano dalla casa Poggi, nel santuario della Madonna della Bozzola, si svolgevano attività dell’oratorio e riti di esorcismo. Ci furono anche arresti di due ragazzi nel 2012 per estorsione ai danni di sacerdoti, che affermavano di conoscere episodi di pedofilia dentro al santuario e chiedevano denaro in cambio del silenzio, mostrando una presunta registrazione compromettente.
Interrogato, un sacerdote ammise solamente un episodio a sfondo sessuale, descrivendolo come «un momento di debolezza». Gli fu poi vietato di celebrare messa pubblicamente. Questo sacerdote era anche la figura spirituale della comunità nei giorni post-tragedia, lanciando un appello al colpevole: «Si arrenda alla giustizia, non tenga dentro di sé questo segreto enorme.»
Un testimone ha riferito che Chiara Poggi avrebbe scoperto un giro di abusi legato al santuario. Secondo questa versione, ciò che sapeva le sarebbe stato fatale. Tuttavia, i magistrati coinvolti sottolineano che tale ricostruzione appare poco credibile e non coerente con le recenti svolte dell’indagine.
Su un dispositivo Usb di Chiara, sequestrato dai carabinieri, è stato trovato un file intitolato Abusi 550, contenente testimonianze di ragazzi vittime di violenze da parte di religiosi. Anche in questo caso, è richiesta cautela. Tuttavia, si evidenzia un possibile legame: Chiara era attiva nell’oratorio della comunità e, se avesse scoperto qualcosa di rilevante, qualcuno potrebbe aver deciso di eliminarla. «È solo una sensazione», precisa l’avvocato. «Non ho prove o indizi».