Garlasco, l’incidente probatorio e il DNA di Chiara Poggi.
Le «gemelle K» non sono indagate. I carabinieri hanno posto domande durante l’incontro con Stasi, sperando che egli si contraddisse in relazione a quanto verbalizzato. Un terzo magistrato si unisce al pool investigativo.
La questione principale della nuova inchiesta sul giallo di Garlasco riguarda le tracce di Dna trovate sulle unghie di Chiara Poggi: possono essere utilizzate per un confronto a 18 anni di distanza?
Si procederà a un confronto tra questo profilo genetico e quello di Andrea Sempio, nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Si valuterà anche un possibile confronto con «altri frequentatori maschi» della villetta di via Pascoli, nel tentativo di identificare un secondo profilo presente nella traccia genetica. Si esamineranno le impronte digitali e la possibile presenza di materiale biologico su strisce «paradesive» che potrebbero aver conservato tracce di chi le ha lasciate.
Oggi a Pavia si svolge la prima udienza dell’incidente probatorio sul delitto di Chiara Poggi. La prima udienza era stata bloccata a causa dell’incarico assegnato al genetista Emiliano Giardina, ritenuto incompatibile per un’intervista rilasciata nel 2017. Ora, l’incarico è stato affidato alla genetista Denise Albani, che rivaluterà i risultati del 2014 forniti dal genetista Francesco De Stefano, il quale aveva concluso per la sostanziale inutilizzabilità dei dati. Tuttavia, una consulenza successiva della procura di Pavia ha presentato tesi opposte.
La formula dell’incidente probatorio, richiesta dal procuratore di Pavia e dal pool di magistrati, avrà valore di prova nel caso si arrivi a un eventuale giudizio. Saranno presenti anche i consulenti delle parti, inclusa la difesa di Andrea Sempio che si affiderà al generale Luciano Garofano, ex comandante dei Ris. Al perito Domenico Marchigiani è stato assegnato l’esame del capitolo dattiloscopico.
Dopo le perquisizioni a casa Sempio e in altre abitazioni, sono tornate al centro dell’attenzione anche le gemelle «K».
Paola e Stefania Cappa non sono indagate e sono molto «provate» da questa situazione. Un settimanale ha pubblicato messaggi vocali relativi a conversazioni tra Paola Cappa e un blogger, nei quali si farebbe riferimento a un possibile coinvolgimento di Stasi. Tuttavia, questi messaggi non risultano essere stati presentati agli inquirenti.
Il riferimento a «Stasi incastrato» sarebbe legato a un incontro tra lui e Cappa durante una pausa degli interrogatori. In quell’occasione, i due si sono scambiati domande sui movimenti del corpo di Chiara Poggi, suggerite dai carabinieri, nella speranza che Stasi si contraddisse rispetto a quanto già dichiarato.