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Garlasco, le vite intrecciate degli avvocati e amici.

Da Angela Taccia, amica di Andrea Sempio, ad Antonio De Rensis, che difende Stasi. Tizzoni, avvocato dei Poggi, è la memoria storica. Lovati e le teorie sul delitto.

Nel groviglio di Garlasco ci sono anche incredibili giri del destino. L’avvocata-amica dell’indagato ai tempi in cui erano poco più che maggiorenni; la legale-pasionaria che ha investito 18 anni della sua vita per «dimostrare l’innocenza di Stasi»; il collega che ha assistito l’allenatore Antonio Conte, la famiglia di Pantani e ha riaperto il caso Bergamini.

Intrecci, storie, volti che riempiono ogni giorno i salotti delle trasmissioni tv. Nomi che, adesso, spopolano anche sui social con «tifosi», spezzoni di video delle performance migliori, addirittura «meme». Tutto è buono nel processo mediatico, anche a costo di fare degli avvocati del caso Garlasco i «nuovi virologi» della tv.

La memoria storica di questa vicenda è l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, che da 18 anni assiste la famiglia di Chiara Poggi. Ha seguito le indagini fin dai primi giorni, e tutti i gradi di giudizio. Con i suoi consulenti (tra cui Marzio Capra e il cugino della vittima, Paolo Reale) è riuscito a dimostrare la colpevolezza di Alberto Stasi. «Conosco ogni atto dell’indagine. Chi parla oggi non ha cognizione del lavoro che è stato fatto». Legale noto anche per aver difeso la famiglia Ligresti, Tizzoni è stato fin dal 2017 uno dei più strenui oppositori di qualsiasi tentativo di riapertura. Per le sue critiche alle nuove indagini è stato spesso al centro delle polemiche, anche con i pm di Pavia. Ma soprattutto nel mirino della trasmissione tv «Le Iene». «Un colpevole c’è, le sentenze vanno rispettate».

Giada Bocellari, 35 anni, ne aveva 23 quando Chiara Poggi venne uccisa. È entrata in questa storia dalla porta sul retro quando è stata praticante nello studio Giarda di Milano. Ma da allora, forte anche della granitica convinzione dell’innocenza di Stasi del professor Angelo Giarda, ha investito tutta la sua vita per dimostrare l’estraneità di Alberto. Ha collaborato al primo tentativo di riapertura del 2017, poi a quello del 2020. Ha studiato ogni atto del fascicolo, è stata a Garlasco a fare domande, indagini difensive, riascoltare testimoni. Finora le sue battaglie si sono concluse sempre con cocenti sconfitte. Oggi è lei a «sottrarre» Stasi da fotografi e telecamere appostati fuori dal carcere di Bollate quando esce per andare al lavoro. Quando vide Alberto per la prima volta non lo riconobbe: «Sembrava antipatico, insopportabile». Oggi se si è arrivati fino alla riapertura delle indagini è soprattutto grazie a lei.

Con Bocellari c’è, solo da quattro anni, anche un nome noto del mondo legale, soprattutto in ambito sportivo. Antonio De Rensis è il volto mediatico della difesa di Stasi. Bolognese di San Giovanni in Persiceto, è stato il legale di Antonio Conte ai tempi del calcio scommesse. Tifoso milanista, frequentava soprattutto le trasmissioni sportive. Insieme al professor Francesco Maria Avato ha fatto riaprire il cold case dell’omicidio del calciatore Denis Bergamini. È stato l’avvocato di Andrea Iannone e della famiglia Pantani che ha fatto riaprire le indagini sulla morte del «Pirata». Sui social spopolano i suoi interventi nelle trasmissioni tv dal pomeriggio a notte fonda. «Si può fare la storia», ha detto nei giorni scorsi. Accento emiliano, abito blu, eloquio affabile. I suoi «vede dottore» in apertura d’intervento sono già un meme su TikTok.

Sui social spopola anche l’istrionico avvocato Massimo Lovati. Settantadue anni, è il decano degli avvocati di Vigevano: è iscritto all’albo dai tempi del Mundial di Spagna 82. È nato il 13 agosto, lo stesso giorno del delitto di Chiara. Nei giorni scorsi ha lanciato l’ipotesi del «sicario» e il suo «sogno» su un legame tra la morte di Chiara e gli strani giri di sesso e ricatti, e forse pedofilia, intorno al Santuario della Bozzola. Era stato sfiorato dalle indagini del 2012 sul caso perché aveva sottoscritto alcuni contratti che in realtà erano strumentali alle dazioni di denaro a due romeni che ricattavano il rettore del santuario. Per lui Sempio è un «comunista disadattato» (anche se ha poi smentito) ma è innocente «così come Stasi».

Infine c’è lei, l’ex ragazza di Garlasco, Angela Taccia, 35 anni. Grossi occhiali da vista, piglio deciso, difende Andrea Sempio ma all’epoca era la fidanzata di Biasibetti, oggi frate domenicano. Sua la storia sui social il giorno dell’interrogatorio mancato di Sempio: «Guerra dura senza paura».


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