Garlasco, l’avvocata di Stasi esulta per l’intervento.
Il ministro della Giustizia ha recentemente sollevato interrogativi sulla condanna in terzo grado dell’ex fidanzato di Chiara Poggi. Si sostenere che Alberto Stasi non dovesse essere condannato, evidenziando come sia irragionevole che, dopo una o due sentenze di assoluzione, sia arrivata una condanna senza ripetere l’intero processo. La difesa di Stasi appoggia questa posizione, ritenendo fondamentale il principio del ragionevole dubbio e la sua corretta applicazione. I giudici nelle prime due sentenze avevano già espresso la loro considerazione sul ragionevole dubbio, motivo per cui, si sostiene, Stasi avrebbe dovuto essere assolto definitivamente.
L’Anm contro il ministro su Garlasco
In contrasto, il segretario dell’Anm ha dichiarato che non è né irragionevole né irrazionale che una sentenza di assoluzione venga riformata. Non è convincente sostenere che il principio del ragionevole dubbio diventi un ostacolo insormontabile solo perché vi sia stata una sentenza di assoluzione. In effetti, secondo lui, il giudice che emette una sentenza di condanna deve avere un onere motivazionale rafforzato, spiegando perché la precedente assoluzione non mantiene un ragionevole dubbio sulla colpevolezza. La valutazione del giudice di primo o secondo grado non può da sola soddisfare il principio dell’oltre ogni ragionevole dubbio in merito alla responsabilità dell’imputato.