Frenata sul rinnovo: nessun tavolo, niente aumenti in busta.
Durante la conferenza stampa del 29 maggio, il direttore generale di Federmeccanica ha risposto alle domande dei giornalisti. All’evento era presente anche un media di settore.
Le dichiarazioni del dirigente hanno evidenziato una posizione molto prudente da parte dell’associazione datoriale riguardo al rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Si può dedurre che la riunione programmata per questa settimana non ha portato a una riflessione diversa sul negoziato.
La trattativa per il rinnovo non riapre
Alla domanda sul futuro del negoziato, non sono state fornite indicazioni concrete sulla riapertura del tavolo. Non ci sono stati riferimenti a possibili date o disponibilità a un incontro imminente, e non è emerso alcun passaggio verso la ripresa delle trattative.
È stata annunciata una disponibilità a discutere, ma il discorso è rimasto a un livello generale. È stato sottolineato che una proposta è stata avanzata già a ottobre e che non è stata discussa, senza alcun passo in avanti verso un nuovo confronto.
Questo silenzio pesa, specialmente per i lavoratori in attesa di risposte sul futuro economico e normativo del CCNL, scaduto da 12 mesi.
È stato chiaro anche il passaggio sul tema salariale. È stato affermato che per gli Industriali non ci saranno aumenti certi, fissi e generalizzati per tutti i lavoratori metalmeccanici. I sindacati sono stati avvisati: il rinnovo dovrà essere diverso dal passato.
È stato rimarcato che il contratto contiene un meccanismo unico per garantire il pieno recupero dell’inflazione, senza pari in altri contratti.
L’unico meccanismo di rivalutazione dei salari sarà l’adeguamento all’inflazione secondo l’indice IPCA al netto degli energetici importati, previsto dagli accordi interconfederali. Tuttavia, si tratta di un meccanismo già in vigore, non di una novità contrattuale.
Un’altra leva è il salario variabile al secondo livello di contrattazione. È esclusa l’erogazione di salari non legati alla produttività o ai margini aziendali. Si è insistito sul fatto che, dove ci siano utili, si può parlare di redistribuzione tramite premi di risultato. In assenza di utili, non ci sarà alcun incremento retributivo garantito.
È evidente che non c’è intenzione di retrocedere da un modello che punta alla variabilità. Gli aumenti contrattuali potranno avvenire solo dove ci siano risorse da redistribuire.
Il messaggio di Federmeccanica è chiaro: nessuna apertura sul fronte salariale senza condizioni economiche favorevoli. Non ci sono passi concreti verso la ripresa del negoziato per il rinnovo del CCNL metalmeccanico, mentre si avvia verso un nuovo sciopero già proclamato per il 20 giugno.