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Frattura vertebrale esistente prima della Tac, denuncia del fratello.

La morte di Liliana Resinovich è ancora avvolta nel mistero. La frattura alla vertebra toracica T2 è stata evidenziata nella seconda autopsia affidata a un team di esperti. Il fratello ha contestato il tecnico dell’autopsia, accusandolo di depistaggio riguardo a possibili errori.

Il preparatore anatomico ha affermato che la frattura potrebbe essere stata causata da lui stesso. Tuttavia, è stata avanzata una smentita, affermando che la frattura era già presente al momento dell’esame iniziale.

Le dichiarazioni del preparatore sono state definite un bluff, e il fratello di Liliana ha sporto querela per falso.

La questione della frattura vertebrale continua a generare controversie tra le diverse parti coinvolte. La famiglia di Liliana non ha mai creduto alla versione fornita dal tecnico dell’autopsia, definendo l’ipotesi un depistaggio. Le indagini continuano in un clima carico di tensione.

Ultimatum e richiesta di ispezione

Il fratello ha chiesto un’ispezione rigorosa del reparto in cui lavora il tecnico, sottolineando preoccupazioni riguardanti il rispetto per la dignità dei defunti e il lavoro dei professionisti della salute.

Il processo per diffamazione

È iniziato il processo per diffamazione a carico di Sebastiano Visintin, che ha fatto dichiarazioni nei confronti degli ex vicini di casa. La prossima udienza è fissata per il 21 novembre.

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