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Delitto di Garlasco: Bruzzone svela il colpevole.

Si torna a parlare del delitto di Garlasco, emergendo nuovi indizi e piste da seguire.

Dopo 18 anni dalla tragedia, la verità continua a sfuggire. Gli investigatori hanno esplorato numerose piste e analizzato molte prove, ma la situazione rimane complessa. Attualmente, Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, è l’unico a scontare una condanna.

Stasi, condannato a 16 anni di carcere, ha ottenuto la semilibertà, potendo uscire per lavoro. Nel frattempo, Garlasco è di nuovo sotto i riflettori, con la Procura di Pavia che ha riaperto il caso dopo nuove dichiarazioni e testimonianze.

Nuove testimonianze per l’omicidio di Chiara Poggi

Alcuni nuovi indizi e testimonianze hanno riacceso l’interesse sul caso, portando l’attenzione su Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, e sulle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, che hanno mostrato comportamenti distaccati.

Gli inquirenti esplorano varie piste, inclusi abusi all’interno del Santuario di Garlasco e un possibile omicidio di gruppo. Gli errori commessi dai Carabinieri nel 2007 hanno compromesso molte prove.

Dopo 18 anni, è arrivata una condanna definitiva e l’analisi della criminologa mette in discussione la situazione attuale. Ella sostiene che Stasi sia il colpevole, affermando di non trovare alternative credibili. “Non riesco a immaginare un’ipotesi diversa”, dichiara.

La posizione della criminologa

Le evidenze contro Sempio, oggi considerato principale sospettato, non convincono l’analista, che le definisce troppo deboli e incerte. Anche la presenza di tracce di Dna sotto le unghie della vittima non sarebbe determinante: “Sempio frequentava quella casa, è naturale che ci siano state rilevazioni”.

“Mi aspettavo prove concrete, ma ci sono solo suggestioni e piste non verificate”, afferma sull’argomento delle sorelle Cappa, convinta della loro estraneità. “Le orme insanguinate sono 42, il numero di Stasi, ma le sue non sono state rinvenute, nonostante egli stesso avesse trovato il corpo”.

Sempio non mostrava motivazioni per aggredire Chiara, mentre Stasi era sempre rimasto vicino a lei, ma quella mattina non si trovava in casa. Perciò, l’analista rimane ferma nel sostenere la colpevolezza di Stasi.


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