De Maria aveva preso un biglietto 24 ore prima del suicidio.
Il sindaco di Milano ha espresso il suo sgomento per la vicenda: «È difficile spiegare alla gente perché fosse fuori».
Emanuele De Maria aveva avuto accesso al lavoro esterno dopo aver scontato cinque dei 14 anni e 3 mesi di pena per omicidio, come previsto dalle norme. La direzione del carcere di Bollate — il penitenziario con il più basso tasso di recidiva d’Italia — ha chiesto al Tribunale di sorveglianza di Milano l’autorizzazione per l’impiego nell’hotel «Berna» di via Napo Torriani. Un lavoro alla reception dell’albergo quattro stelle «particolarmente indicato», secondo il datore di lavoro, per la sua conoscenza di cinque lingue.
L’inizio il 29 novembre 2023 con contratto a tempo determinato, poi trasformato il 25 novembre dell’anno successivo in indeterminato. Un percorso carcerario immacolato, documentato dalle relazioni degli educatori e dai giudizi del datore di lavoro. Una storia modello di «reinserimento sociale». Tuttavia, le ultime 48 ore di De Maria sono segnate dall’omicidio della collega con cui aveva una relazione, la 50enne Chamila Wijesuriya, l’agguato quasi mortale a un altro collega egiziano di sabato mattina, e infine il lancio nel vuoto dalla terrazza del Duomo nel pomeriggio di domenica.
Un caso che ha suscitato polemiche politiche e accertamenti da parte del ministero della Giustizia, riguardo alle procedure che hanno portato alla concessione del lavoro esterno. Non è escluso l’invio di ispettori a Milano. Si teme che la situazione venga «strumentalizzata» dal governo per inasprire il controllo sul lavoro esterno e le misure alternative, mentre le carceri sono sovraffollate: 62.422 detenuti a fronte di una capienza di 51.281 posti. Il sindaco di Milano ha espresso il suo sgomento per la vicenda: «È difficile spiegare alla gente perché fosse fuori». Una risposta del sottosegretario alla Giustizia sottolinea che non spetta al Dap concedere il permesso di lavorare all’esterno: «È la magistratura ad aver preso una decisione».
A chiedere l’invio degli ispettori è anche il presidente dei senatori di Forza Italia: «Le valutazioni della magistratura sono state evidentemente sbagliate ed è necessario individuare le colpe e sanzionare chi ha commesso un errore così grave». L’avvocato di De Maria ha confermato «l’ottimo percorso all’interno del carcere», tanto che era pronto a chiedere la semilibertà: «La sua posizione era stata valutata dall’area educativa di Bollate e dal magistrato di Sorveglianza. Non mi sarei mai aspettato nulla di quanto accaduto».
Le indagini sono condotte dalla squadra Mobile e dal Nucleo investigativo dei carabinieri, coordinati dal pm Francesco De Tommasi, per ricostruire le ultime ore di De Maria. Il 35enne ha acquistato il biglietto per accedere alla terrazza del Duomo sabato alle 12.30, sei ore dopo l’aggressione al collega, con ingresso programmato per domenica. Questo potrebbe suggerire che De Maria avesse «pianificato» la sua azione. Sono in corso verifiche su un possibile ritorno la mattina di domenica al Parco Nord, dove venerdì aveva nascosto il corpo di Chamila, sebbene le telecamere sembrino escludere questa possibilità.