Da amica a legale: legame con Sempio e Marco Poggi.
L’intervista all’avvocata di Marco Sempio, Angela Taccia, che nel giorno in cui era previsto l’interrogatorio del suo assistito, ha scritto sui social: «Lotta dura senza paura»: «Ci conosciamo da vent’anni, so per certo che è innocente».
Angela Taccia, avvocata e amica di Andrea Sempio, ha postato sui social frasi come «Guerra dura senza paura» e ha condiviso pensieri sul codice di procedura penale e sulla dualità dell’oceano in un giorno significativo, quando Sempio avrebbe dovuto presentarsi davanti ai magistrati nell’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007 a Garlasco.
«Guerra dura senza paura». E ancora: «CPP we love you», e «Lascia che l’oceano ti insegni che puoi essere sia calmo che caotico, gentile e forte». Sono le parole che Angela Taccia ha condiviso sui social, nel giorno in cui il suo assistito si sarebbe dovuto presentare davanti ai magistrati di Pavia, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco.
«Glielo dico io chi è Andrea Sempio. È un’anima rara. Un ragazzo buono e gentile, uno che si dà da fare per gli altri e che pensa sempre solo agli altri. Sa perché ha trovato la forza di tornare al lavoro anche se sapeva che i giornalisti lo avrebbero aspettato lì davanti? Perché si tormentava per le sue colleghe che senza di lui erano costrette a coprire il suo turno. Continuava a dirmi: “le colleghe hanno dei bambini, non posso danneggiarle con i miei problemi”. Non ho mai conosciuto una persona così disponibile e gentile con gli altri come lo è lui».
L’avvocata Angela Taccia parla e attraversa di continuo la linea di confine fra la difesa penale e quella personale. Lei e Andrea Sempio sono amici da molti anni. Assieme ogni sabato sera, assieme nei periodi di festa, assieme in vacanza… Certo non avevano messo in conto di essere l’uno accanto all’altra anche davanti a inquirenti e magistrati. Sempio è sotto accusa per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco nel 2007. La sua amica Angela lo ha conosciuto ragazzo e lo ha visto diventare uomo mentre studiava Giurisprudenza. E adesso che è avvocata, lo difende come fosse suo fratello.
Avvocata, lei è al fianco di Sempio fin dalla prima indagine contro di lui, nel 2016.
«Sì, all’epoca non ero ancora nemmeno laureata ma facevo pratica nello studio dell’avvocato Massimo Lovati, assieme al quale seguo questa storia da allora. Un giorno — era dicembre — io e Andrea stavamo facendo colazione al bar. Argomento di conversazione: organizzare la cena di Natale con gli altri nostri amici, fra i quali c’era Marco, il fratello di Chiara Poggi. In sottofondo si sentiva qualcuno parlare alla radio e all’improvviso successe l’impensabile». E cioè? «La voce della radio disse: “Svolta nelle indagini sul caso di Garlasco. C’è un nuovo indagato, Andrea Sempio”. Ora: provate a immaginare che effetto può avere una notizia del genere che ti piomba addosso in questo modo. Fu il panico. Andrea all’inizio nemmeno ricordava questo episodio del bar, io credo che fosse per lo choc di quel momento».
E lì per lì cosa fece?
«Corse a casa dove lo aspettava un’altra dose di angoscia».
Dirlo ai suoi genitori?
«No, peggio. Ha trovato sua madre in lacrime, hanno acceso la televisione e sullo schermo è comparsa la sua fotografia. Stiamo parlando di una persona innocente e incensurata. Lei ha idea dello tsunami emotivo che scatena una cosa così? Non scorderò mai l’impressione che mi fece vedere la sua fotografia ovunque. Che poi: era una fotografia di un mio compleanno che era stata rubata dai social».
Quella prima inchiesta finì con l’archiviazione.
«Ricordo che l’avvocato Lovati spiegava a me e ad Andrea la strategia della difesa e che io, giovane praticante, scrivevo gli atti».
La seconda volta che lo hanno indagato?
«Guardi, so che le sembrerà strano ma noi di quelle indagini non abbiamo mai saputo nulla. Archiviato tutto senza mai coinvolgerci».
E invece stavolta?
«Lui è stato indagato e per due volte il giudice ha archiviato. Sapevo che c’era la possibilità di ricorrere in Cassazione e che quindi ci poteva essere ancora un seguito. Un giorno Andrea riceve un avviso per andare a ritirare una notifica dai carabinieri. Mi dice: sarà una multa ma è strano, io non ho fatto infrazioni. Era l’avviso di garanzia, ed è ricominciato tutto».
Perché non ha dato subito il Dna?
«Glielo abbiamo consigliato noi: opporsi voleva dire che poi lo avrebbe ordinato il giudice delle indagini preliminari e il prelievo non sarebbe più stato un atto del pubblico ministero. Gliel’ho spiegato, eppure — per dirle chi è Sempio — davanti ai carabinieri diceva: ma io ve lo do il Dna, non ho fatto niente. E io: no, Andrea!».
Quando ha conosciuto Andrea Sempio?
«Nel 2005. Il mio fidanzato di allora mi presentò ai suoi amici di Garlasco e fra loro c’era lui. Non mi considerò per un paio d’anni. Poi gli dissi: tu puoi anche ignorarmi ma io so che saremo grandi amici. Avevo visto giusto».