Condanna confermata per la moglie del boss che aggredì giornalista.
Il ricorso presentato dai legali di Monica Laera, esponente del Clan Strisciuglio di Bari, è stato rigettato dai giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione. Laera, a febbraio del 2018, aggredì e minacciò di morte l’inviata del Tg1 Maria Grazia Mazzola.
La giornalista, con trent’anni di esperienza nella prima testata Rai, ricevette un pugno al volto dalla donna mentre poneva domande riguardanti il marito detenuto e il loro figlio, durante interviste per uno speciale sui giovani e le mafie.
La decisione della Corte di Cassazione segna un’importante affermazione del diritto di cronaca e del diritto dei cittadini ad essere informati. La condanna definitiva a un anno e quattro mesi di reclusione, con l’aggravante del metodo mafioso, per Monica Laera, già condannata in Cassazione per associazione mafiosa, chiude i tentativi di minimizzare l’accaduto come un caso di cronaca in cui i giornalisti avrebbero “cercato problemi”.
Già nella sentenza di primo grado, i giudici avevano sottolineato che “il giornalista costituisce una minaccia seria per le associazioni mafiose, in quanto con il proprio lavoro è in grado di provocare un grave vulnus al muro di omertà.” Il pronunciamento definitivo dei giudici sulla vicenda riafferma la legalità e il diritto dell’informazione, fondamentale al servizio dei cittadini, in particolare per il Servizio pubblico.