Cerimonia del “Mak π 100” con Presidente e Ministro.
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Si è svolta oggi a Modena, presso il Parco Novi Sad, la tradizionale cerimonia del Mak π 100 degli Allievi Ufficiali del 205° corso “Fierezza”, evento che segna i cento giorni alla conclusione del biennio di studi.
“Mach pì cènt!”, ossia “Ne mancano cento!”, dicevano gli allievi ufficiali nel mio dialetto, piemontese, più di 150 anni fa. Oggi Mak π 100 è molto più di un conto alla rovescia: è il simbolo di una scelta, di una promessa, di una missione. Essere Ufficiali delle Forze Armate italiane. Caro Allievo, questo è un momento che porterai con te per tutta la vita. Segna l’avvicinarsi di un passaggio decisivo per l’intera tua vita, professionale e umana: da Allievo a Ufficiale, da chi apprende a chi comanda. La presenza del Presidente della Repubblica onora questa giornata e sottolinea il profondo significato istituzionale.
Il “passaggio della stecca” esprime continuità tra generazioni di militari. È simbolo dell’eredità storica e dei doveri che oggi vi vengono affidati attraverso questa Accademia, contenendo in sé un’apparente contraddizione: presidiare valori antichi e formarsi per affrontare un futuro incerto e in evoluzione. Ma nessuna tecnologia potrà sostituire ciò che è decisivo per le Forze Armate e per il Paese: la vostra coscienza e i vostri valori. Anche quelli trasmessi dalle vostre famiglie che oggi sono qui e vi guardano con orgoglio. Siate di esempio per tutti: i vostri futuri soldati, le vostre famiglie, il Paese. Comandare non significa esercitare il potere, ma indicare la strada. Nei momenti difficili scoprirai che l’etica non è un concetto astratto, ma una bussola concreta. Avete scelto una strada impegnativa, ma straordinariamente significativa. A voi affidiamo la difesa della Nazione, il nostro futuro. Siate all’altezza della fiducia riposta in voi!
Sono intervenuti durante la cerimonia il Generale Luciano Portolano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, e numerose autorità civili, militari e religiose.
Il nome “Mak π 100” deriva da un’espressione in dialetto piemontese risalente al 1840: «Mach pi tre ani!» («Solo più di tre anni!»). La frase sarebbe stata pronunciata da un giovane nobile piemontese all’Accademia Militare di Torino, in occasione della riduzione del percorso formativo da quattro a tre anni. Col tempo, questa esclamazione si è trasformata in simbolo del conto alla rovescia verso la nomina a ufficiale, evolvendosi nell’attuale Mak π 100, che celebra i 100 giorni che separano gli allievi dalla “stelletta”.