Carabiniere-eroe interviene per salvare donna sul cavalcavia.
La scelta di scavalcare il parapetto del cavalcavia, i minuti trascorsi nel vuoto, le parole per conquistare la fiducia di una donna, e infine quell’abbraccio silenzioso che ha segnato tutto. Un carabiniere di 28 anni ha raccontato come ha salvato una donna dal suicidio a San Paolo d’Argon, in provincia di Bergamo.
Il carabiniere-eroe
Il presidente del Consiglio lo ha definito “eroe”. Il carabiniere ha espresso gratitudine per il riconoscimento e ha anche ringraziato l’assessore regionale alla sicurezza, che ha proposto di candidarlo a dei premi futuri. Tuttavia, ha sottolineato che la cosa più importante è la salvezza della donna.
Il salvataggio della donna sul cavalcavia
Il carabiniere, fuori servizio e in auto con la fidanzata e il padre di lei, ha notato una donna agitata sul parapetto di un cavalcavia. Ha deciso di intervenire: la fidanzata ha contattato il 112, mentre il padre ha cercato di parlare con la donna. Senza alcuna protezione, il carabiniere ha scavalcato il parapetto, raccontando che la priorità era salvarla.
Una volta vicino, ha usato il suo corpo come scudo, sostenendola fino all’arrivo dei soccorsi, che hanno impiegato circa dieci minuti, un lasso di tempo che in circostanze del genere appare sempre più lungo.
L’abbraccio dopo il salvataggio
Quando sono arrivati i carabinieri e il 118, la donna non voleva ancora tornare indietro, ma, parlandoci, il carabiniere è riuscito a convincerla. Avvicinandosi lentamente al ciglio della strada, si sono abbracciati in un momento di comunicazione profonda. Quell’abbraccio è stato un gesto significativo per il carabiniere.
Era la prima volta che si trovava in una situazione simile, dove ha applicato l’addestramento ricevuto per creare un rapporto di fiducia. Ha anche menzionato come l’empatia sia fondamentale nel lavoro quotidiano, affermando che il carabiniere di stazione ha un ruolo vitale all’interno della comunità.