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Capelli e sangue: nuove ricerche su Garlasco.

Una rilettura di tutti i sopralluoghi e delle operazioni svolte dal Ris nella villetta di via Pascoli, insieme alle evidenze emerse dalle sentenze.

L’orario della morte, i movimenti del killer nella villetta, la dinamica dell’aggressione. La Procura di Pavia sta riscrivendo la cronologia dell’omicidio di Garlasco, esaminando dettagli cruciali come l’orario dell’aggressione a Chiara Poggi e la questione del lavaggio del killer prima della fuga.

I pm vogliono verificare queste ipotesi tramite consulenze con esperti. Si sta considerando una trama “alternativa” rispetto a quanto stabilito dai giudici, in particolare riguardo all’impossibilità di attribuire a Alberto Stasi (condannato a 16 anni) alcune prove. L’orario del decesso di Chiara, ritenuto compreso tra le 9.12 e le 9.35 del 13 agosto 2007, avvalorerebbe infatti solo l’ipotesi di Stasi come assassino, ma si allargherebbe a 34 minuti se si considera che Chiara non risponde a un messaggio del fidanzato inviato alle 9.46.

I giudici avevano ritenuto che il killer conoscesse bene la casa. Si è accertato il lavaggio delle mani nel lavandino al piano terra, dove sono state trovate impronte e tracce di sapone. Secondo i giudici, Stasi si sarebbe lavato le mani e ripulito il lavabo, ma ha lasciato impronte sui due anulari, segno di un tentativo di non lasciare tracce. I legali di Stasi non sono riusciti a smontare questa tesi, poiché non sono state trovate tracce di sangue nei punti chiave.

Inoltre, sul dispenser di sapone erano presenti tracce di Dna “misto” di Chiara e dei familiari, suggerendo un lavaggio incompleto. Tra le evidenze c’è un’immagine scattata dai Ris che mostra chiaramente quattro capelli lunghi neri, che contrasterebbero con un lavaggio accurato. Si ipotizza che il killer si sia solo controllato davanti allo specchio. È stata anche trovata un’impronta insanguinata sulla porta di casa, non ancora attribuita al killer.

I pm stanno ricostruendo la dinamica dell’aggressione, con Chiara colpita in due fasi: inizialmente ai piedi della scala e successivamente l’urto violento a causa di un lancio sulle scale. Gli inquirenti cercano di comprendere se la disposizione delle macchie di sangue sia compatibile con un’aggressione diversa o l’uso di armi multiple, benché le sentenze non attestino segni di passi del killer sugli altri gradini.

Riguardo all’impronta “33” attribuita a Sempio, si sta studiando la sua compatibilità con la dinamica del delitto. Inoltre, i legali di Stasi hanno presentato una consulenza suggerendo che la suola a pallini considerata dell’assassino potrebbe corrispondere a diverse misure (41-42-43) a seconda della distribuzione del peso e della camminata.

Sulle ricerche effettuate da Chiara nelle settimane precedenti alla sua morte, emergono interrogativi legati a un possibile collegamento con il Santuario della Bozzola. Recenti analisi del pc di lavoro mostrano due ricerche riguardanti quel luogo, risalenti a giorni prima dell’omicidio.


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