Candidato sindaco di Davao, nonostante la detenzione.
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Da marzo, l’ex presidente filippino Rodrigo Duterte si trova in carcere all’Aia, nei Paesi Bassi, dopo essere stato arrestato nelle Filippine con un mandato della Corte penale internazionale. Attualmente è in detenzione preventiva in attesa di processo per crimini contro l’umanità. Il suo nome comparirà anche sulle schede elettorali per le elezioni del nuovo sindaco di Davao, una delle città più importanti delle Filippine. Duterte, già sindaco della città prima della sua presidenza, è considerato il favorito.
Duterte è tra i candidati perché aveva presentato la sua candidatura nell’ottobre del 2024, prima del suo arresto. In quel periodo, la famiglia Duterte, inclusa la figlia Sara, attuale vicepresidente del paese, stava perdendo influenza politica. La candidatura rappresentava un modo per ritrovare significato, specialmente in una città che lo aveva reso molto popolare, permettendogli di vincere le elezioni presidenziali.
Secondo alcuni esperti, la candidatura potrebbe essere vista anche come un tentativo di sfuggire alle indagini già avviate su di lui, relative ai crimini delle forze di sicurezza filippine durante la “guerra alle droghe” (comprese le indagini della Corte penale internazionale e quelle del parlamento filippino).
La guerra alle droghe comportò politiche e azioni repressive che portarono a migliaia di omicidi da parte della polizia e di cittadini che si sentirono legittimati a usare violenza contro i consumatori di droghe. Duterte avviò questa guerra quando era sindaco di Davao, proseguendola in seguito da presidente.
Sara Duterte a febbraio del 2025 (AP Photo/Basilio Sepe)
Nonostante la probabile vittoria nelle elezioni di lunedì, Duterte non potrà assumere l’incarico, essendo in prigione in attesa di processo. È possibile che il ruolo passi a suo figlio, Sebastian Duterte, attuale sindaco della città e candidato al vicesindacato.
Rodrigo Duterte su uno schermo nell’aula della Corte penale internazionale durante l’udienza preliminare, il 14 marzo 2025 (ANSA/EPA/PETER DEJONG / POOL)
Questa situazione potrebbe sembrare assurda, in particolare per il fatto che le Filippine hanno accettato di collaborare con la Corte penale internazionale su un’indagine riguardante un proprio cittadino, cosa rara, e di eseguire un mandato di arresto contro Duterte. La spiegazione è politica.
Nel governo delle Filippine esiste uno scontro intenso tra la vicepresidente Sara Duterte e il presidente Ferdinand Marcos Jr, figlio dell’ex dittatore Ferdinand E. Marcos, al potere fra il 1965 e il 1986. Eletto insieme nel 2022, i loro rapporti sono notevolmente peggiorati, sia a causa di rivalità familiari sia per differenze su questioni politiche rilevanti.
Lo scorso marzo, Marcos autorizzò l’arresto e il trasferimento di Rodrigo Duterte nei Paesi Bassi, con l’obiettivo di colpire sua figlia Sara, accusata di appropriazione indebita di fondi e sottoposta a un voto di impeachment ora da confermare dal Senato.
Lunedì si svolgeranno anche le elezioni di medio termine per rinnovare 12 dei 24 seggi del Senato: una vittoria del partito di Sara Duterte, Hugpong ng Pagbabago, potrebbe ridurre le possibilità di approvazione dell’impeachment.