Bonifici, canzone, coltello: la morte di Vasilica Potincu.
Le indagini sull’omicidio di una escort a Legnano evidenziano elementi di premeditazione. Il principale sospettato, un 28enne, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice.
Una serie di bonifici contrassegnati come «regalo» e pagamenti in contante hanno totalizzato almeno 50mila euro, derivanti da un’ossessione che il sospettato ha sviluppato nei confronti della escort di 35 anni. A suo dire, avrebbe richiesto il rimborso di «70mila» euro senza ottenerlo. Di fronte alla sua insistenza, la donna lo ha messo in guardia tramite un avvocato. Secondo gli inquirenti, questo avrebbe portato l’operaio a commettere il delitto, infliggendole nove coltellate il 24 maggio, nell’appartamento dove la donna lavorava. Pochi giorni dopo l’omicidio, ha contattato un’altra escort, pagando 170 euro per un incontro. Gli inquirenti sottolineano la sua «assenza di empatia» e la consapevolezza del gesto. Al momento, il giovane si è avvalso del diritto di non rispondere davanti al giudice, che deve ancora decidere sulla convalida del fermo e sull’eventuale custodia cautelare, mentre il pubblico ministero ha richiesto il carcere.
Ricerche sul web e prove video
Le telecamere e le celle telefoniche hanno tracciato ogni movimento. Alle 22.20 del 24 maggio, l’indagato entra nell’appartamento di via Stelvio dopo aver parcheggiato la sua auto. Esce a mezzanotte e mezza e contatta un amico per partecipare a un incontro. Quando arriva alla festa, non indossa più la felpa a righe, che sarà poi trovata a casa sua. La mattina seguente, inizia a cercare notizie riguardo all’omicidio su un sito locale. Il corpo della donna verrà scoperto solo alcune ore dopo da un vicino, con un coltello conficcato nella schiena. Il 27 maggio, dopo che i dettagli delle indagini cominciano a circolare, esegue ricerche su «celle telefoniche e tabulati». Questi dati, insieme ai riconoscimenti delle targhe, sono stati determinanti per il suo arresto, confermando la sua presenza a Legnano al momento della tragedia.
Ricerche sospette e oggetti mancanti
Nei giorni attorno al delitto, il sospettato ha compiuto ulteriori ricerche. La mattina dell’omicidio, sul suo smartphone, ha scaricato immagini legate a una violenza mortale, inclusa la copertina del brano «Killer» di Eminem. Il coltello usato per il delitto, ancora conficcato nel corpo della donna, non risulta compatibile con gli altri utensili presenti nell’appartamento. Gli inquirenti ritengono quindi che sia stato «portato lì dall’assassino». Durante le perquisizioni a casa del 28enne, è stato trovato un set da cucina con una lama mancante.