Aumento dell’importo dell’assegno unico e chi ne beneficia di più. Dati di Eugenia Roccella.
Si è svolta un’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sulla transizione demografica.
La spesa per l’assegno unico, sostegno economico per le famiglie con figli a carico fino al compimento del ventunesimo anno di età, «è aumentata di circa 4 miliardi di euro», passando da 16 a 20 miliardi annui, con particolare attenzione «alla fascia 0-3 anni e alle famiglie numerose». Durante l’audizione è emersa la necessità di una riflessione più approfondita sulla transizione demografica, che risente di un taglio ideologico che non spiega a fondo le ragioni della crisi demografica.
Gli aumenti per nucleo
Gli aumenti dell’assegno unico hanno determinato per il 92,3 per cento delle famiglie percettrici «un innalzamento medio di 719 euro l’anno», con effetti positivi per le famiglie più povere. L’importo mensile medio è passato «dai 235 euro del 2022 ai 273 euro del 2024».
Sei milioni e mezzo
Attualmente, le famiglie che beneficiano della misura sono quasi sei milioni e mezzo, mentre i figli under 21 destinatari dell’assegno hanno superato i 10 milioni, precisamente 10.088.598.
Una difesa corale
Secondo quanto dichiarato, l’assegno unico è «un provvedimento importante» difeso a livello europeo da una procedura di infrazione. La Commissione Ue contesta la normativa per mancato trattamento equo ai cittadini. In particolare, si pone un problema sul requisito di residenza e convivenza con il figlio. Durante l’audizione, è stata espressa l’esigenza di un sostegno collettivo a questa battaglia.
«Malattia del benessere»
La denatalità è stata definita «una sorta di malattia del benessere». Un paradosso, poiché «si potrebbe pensare che la mancanza di figli derivi dalla mancanza di risorse per garantire benessere alla famiglia». Tuttavia, le aree con i più alti tassi di natalità sono spesso le meno ricche, come l’Africa. Anche in passato, gli italiani facevano più figli in condizioni meno prosperose.