Onu: rivoluzione post-tagli Trump, agenzie accorpate e fuga da New York
La ristrutturazione delle Nazioni Unite prevede cinque punti chiave: la razionalizzazione dell’organizzazione, la fusione di agenzie, il trasferimento di personale da New York e Ginevra a località più economiche, il contenimento dei costi e una revisione dei ruoli dirigenziali. Questo piano radicale è stato redatto da una task force designata dal segretario generale Antonio Guterres, in risposta ai significativi tagli dei finanziamenti degli Stati Uniti durante la presidenza di Donald Trump. Un documento di sei pagine, considerato “strettamente confidenziale” e visionato da Reuters, delinea “proposte” per accorpare numerose agenzie delle Nazioni Unite in quattro principali settori: pace e sicurezza, affari umanitari, sviluppo sostenibile e diritti umani.
Una delle proposte è la creazione di un’unica entità umanitaria che riunisca il Programma Alimentare Mondiale, l’agenzia per l’infanzia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’agenzia per i rifugiati. Inoltre, si suggerisce di integrare l’agenzia Onu per l’Aids nell’Oms e di ridurre il numero di traduttori necessari per le riunioni, abbassandolo da sei.
Un altro suggerimento riguarda il trasferimento di alcune agenzie da città con un elevato costo della vita, come New York e Ginevra, a località più accessibili. Inoltre, si propone di unire le agenzie che operano a Roma, e di incorporare l’Organizzazione Mondiale del Commercio, che non fa parte delle Nazioni Unite, nelle agenzie di sviluppo dell’Onu. Questo piano è visto come un “punto di partenza” e riconosce un problema di lunga data: le Nazioni Unite sono diventate un’organizzazione pesante.
Il documento evidenzia punti critici come la sovrapposizione dei mandati, l’“uso inefficiente delle risorse”, la “frammentazione e duplicazione” e l’aumento dei ruoli dirigenziali. Il numero crescente di missioni ha rallentato l’organizzazione, incrementando i costi.
Il portavoce di Guterres, Stéphane Dujarric, ha dichiarato che il promemoria è frutto di un’iniziativa per raccogliere idee e riflessioni da parte di alti funzionari su come realizzare la visione del Segretario generale.
Guterres ha da tempo chiesto una riforma. Già nel 2017, in un incontro con Trump, ha affermato che l’organizzazione era appesantita da “strutture frammentate, procedure complesse e burocrazia eccessiva”. Attualmente, l’Onu sta affrontando una delle crisi finanziarie più gravi della sua storia ottantenaria. All’inizio dell’anno, gli Stati Uniti, il principale donatore, avevano accumulato 1,5 miliardi di dollari di arretrati nei pagamenti obbligatori e 1,2 miliardi per le missioni di pace.
Il promemoria non menziona direttamente i Paesi, ma sottolinea che i “cambiamenti geopolitici e le riduzioni nel bilancio degli aiuti esteri mettono in discussione la legittimità e l’efficacia dell’organizzazione”. L’ufficio umanitario ha registrato un deficit di 58 milioni di dollari e ha tagliato il 20% del personale. L’Unicef prevede una diminuzione del 20% del budget, mentre l’agenzia Onu per le migrazioni anticipa un calo del 30%, con conseguenze per circa 6 mila posti di lavoro. Il personale del Palazzo di Vetro, che si occupa del Consiglio di sicurezza e dell’Assemblea generale, non dovrebbe essere trasferito da New York.
Fonte: www.repubblica.it