Vendite eccezionali per l’azienda giapponese

Toyota registra un aprile da record, con una crescita delle vendite globali del 10%, sfiorando 877.000 veicoli venduti nel mese. Questo aumento è tra i più alti mai raggiunti in questo periodo dell’anno. Tuttavia, non è solo il talento industriale a spiegare il successo, poiché i dazi americani hanno influito sulla domanda. Le nuove tariffe volute dal governo degli Stati Uniti, una cosiddetta tariffa aggiuntiva del 25% su tutte le automobili importate, hanno creato un clima di urgenza nel settore automotive.
Numeri da primato e rischio dazi sullo sfondo
La produzione globale del Gruppo è cresciuta del 7,8%, raggiungendo circa 815.000 veicoli, un record per aprile. I mercati esteri hanno trainato le vendite, con una crescita del 9,7% al di fuori del Giappone, corrispondente a 756.190 veicoli. Negli Stati Uniti, dove l’impatto delle nuove tariffe è più temuto, c’è stata una crescita del 10% su base annua.
Nonostante il contesto difficile, l’azienda ha deciso di non aumentare i prezzi, evitando di trasferire ai consumatori americani i costi legati ai dazi. Questa scelta è stata apprezzata per il valore strategico nel breve termine, ma potrebbe risultare insostenibile se le politiche protezionistiche persistessero.
Il Giappone si risveglia dopo lo scandalo
Buone notizie anche dal mercato domestico, dove dopo un periodo difficile legato a scandali di certificazione, le vendite sono aumentate dell’11,8%, raggiungendo 120.674 unità. Questo segnale suggerisce una ripresa della fiducia nei confronti dell’azienda nel mercato locale.
Prospettive e preoccupazioni
Occorre comunque considerare che le prospettive non sono completamente positive. Per l’anno fiscale che si concluderà a marzo 2026, l’azienda prevede un calo netto dell’utile del 34,9%, portandolo a 3.100 miliardi di yen. Le ragioni includono non solo i dazi, ma anche la previsione di un rafforzamento dello yen rispetto al dollaro, che riduce la competitività delle esportazioni.
Questi fattori potrebbero intaccare i margini operativi, e se l’azienda non riuscirà a compensare attraverso una produzione lokalizzata o strategie alternative, la sua tenuta a lungo termine potrebbe essere messa a rischio.
Una corsa contro il tempo
La situazione di aprile suggerisce un effetto-scorta, un tentativo di anticipare l’impatto delle politiche americane. Tuttavia, nel settore automotive, è fondamentale guardare oltre il breve termine, e i dati futuri determineranno se l’azienda sarà in grado di gestire queste sfide o se dovrà adattarsi a nuove regole di mercato.