“Tesla Owners propone una gigafactory a Taranto”

Si sta creando una nuova forza politica legata al futuro dell’ex Ilva? Questa domanda circola a Taranto dopo la netta posizione assunta dall’associazione dei proprietari di Tesla contro l’accordo di programma che il governo intende stipulare con Regione e Comune di Taranto. “Tesla Owners Italia” è teoricamente solo un’associazione di automobilisti, e il suo portavoce ha ribadito che “avere una Tesla non implica essere sostenitori di Musk”.
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In cima alla pagina Facebook dell’associazione si trova anche l’immagine del magnate sudafricano, che dopo aver interrotto i rapporti con un ex presidente degli Stati Uniti, ha manifestato l’intenzione di costituire un partito chiamato “America Party”. Ha anche accennato a voler sviluppare un movimento in Europa con il nome di Mega, Make Europe Great Again. Questi sviluppi potrebbero avere un legame, o meno, con il comunicato diffuso da Tesla Owners.
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Rilancia una proposta del 2021, quando si parlava di una sua soluzione per l’acciaieria: “Una Gigafactory Tesla al posto dell’Ilva“, una proposta che “creerebbe migliaia di posti di lavoro puliti e qualificati, segnalando la vera riconversione industriale che l’Italia aspetta da decenni”.
Per l’associazione, che partecipa attivamente al dibattito sul futuro del colosso siderurgico, è vista come l’unica alternativa a oltre un decennio di problemi ambientali. “L’Europa investe miliardi nella transizione ecologica. E l’Italia che fa? Firma patti col carbone sotto mentite spoglie”.
Facendo riferimento anche a realtà ecologiste, Tesla Owners contesta le affermazioni riguardanti l’acciaio strategico, affermando che quello prodotto oggi a Taranto serve in gran parte alle raffinerie e non al futuro industriale del Paese. Chiedono di abbandonare le scelte dannose, enfatizzando l’importanza dell’innovazione, della salute e di un lavoro sostenibile: “è ora di pretendere una Gigafactory, non un cimitero industriale” e si scagliano contro il ministro del made in Italy, accusato di voler firmare “la condanna di un’intera città”.