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Tesla Owners Italia si oppone all’Accordo ex Ilva.

“Prolungare la vita dell’ex Ilva fino al 2038 con un nuovo impianto fossile è una scelta anacronistica, climalterante e in aperto contrasto con gli impegni climatici”. Così si esprime un’associazione di proprietari di veicoli elettrici e sostenitori della mobilità sostenibile, a poche ore dalla discussione in Consiglio Comunale dell’accordo di programma per il rilancio del polo siderurgico di Taranto.

Il nuovo piano prevede la riattivazione dell’area a caldo dell’ex Ilva e la prosecuzione delle emissioni industriali per altri 13 anni, con il rilascio di una nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che autorizza la produzione di acciaio fino a 6 milioni di tonnellate annue, anche tramite combustibili fossili.

“È una decisione gravissima: mentre si moltiplicano ondate di calore, incendi e fenomeni estremi in tutta Europa, lo Stato italiano rilancia uno dei siti più inquinanti del continente, in contraddizione con l’Accordo di Parigi e ogni principio di responsabilità climatica”, affermano i membri dell’associazione.

L’associazione richiama l’attenzione su una proposta alternativa già presentata nel 2021: la conversione dell’area industriale in una Gigafactory a zero emissioni dedicata alla produzione di veicoli elettrici, batterie e componenti della transizione energetica. Nello stesso anno, è stato organizzato un evento “Tesla 4 Taranto”, un corteo simbolico di auto elettriche davanti all’ex Ilva per promuovere un modello industriale pulito e sostenibile.

“La nostra proposta era – ed è – concreta: riqualificazione dei lavoratori, utilizzo delle infrastrutture esistenti (porto, ferrovie, aeroporto di Grottaglie), attrazione di investimenti sostenibili, posizionamento strategico nel Mediterraneo. È l’unica via per trasformare un disastro industriale in un volano per la nuova economia.”

L’associazione sottolinea infine l’importanza di approfondire l’impatto climatico, sanitario ed economico di una decisione che riguarda l’intero Paese.

“L’ex Ilva non è una questione locale, è una questione nazionale ed europea. Scegliere oggi un impianto fossile significa ipotecare il futuro di milioni di cittadini. Questa scelta rappresenta un bivio storico tra due visioni dell’Italia industriale. Noi stiamo con l’industria pulita, innovativa e sostenibile.”


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