Le vittime del dottor Sgroi: paura e vergogna di denunciare.
Milano, 24 maggio 2025 – Una delle vittime racconta di come l’esperienza medica si sia trasformata in un trauma. La paura di non essere creduta e di affrontare la reazione di un uomo potente la accompagnava. Sara, trentatreenne bergamasca, è una delle quattro donne coinvolte nel caso di un medico settantenne, sindaco della sua città, con un passato dirigenziale in ospedale.
Un anno d’indagini
Due giorni fa, il politico è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata in seguito a un’inchiesta avviata dai carabinieri. Dalla custodia cautelare risulta che avrebbe abusato della sua posizione di medico specializzato per costringere alcune pazienti a subire atti sessuali contro la loro volontà.
La prima denuncia
Il 14 maggio 2024, Beatrice, 23 anni, si è presentata in caserma per denunciare un abuso subito durante una visita gastroenterologica. Ha riferito di essere stata oggetto di domande inappropriate e di commenti sul suo aspetto fisico. Gli abusi sono proseguiti durante l’ecografia addominale. Confusa e sotto shock, Beatrice ha contattato un amico, poiché si sentiva incapace di reagire e provava un forte senso di vergogna.
Gli accertamenti a ritroso
Indagini più approfondite hanno rivelato la presenza di altre potenziali vittime. Tra queste, Sara ha raccontato un’esperienza simile e ha riferito ai familiari, che le hanno sconsigliato di segnalare l’accaduto per timore delle ripercussioni legate alla notorietà del medico. Anche Debora, 35 anni, e Marta, 43 anni, hanno descritto situazioni analoghe, evidenziando le difficoltà a parlare del loro trauma e il timore di non essere credute.
Gli altri casi sotto la lente
Oltre ai casi già emersi, ci sono segnalazioni di palpeggiamenti e avance inappropriati verso altre donne. Sono emerse anche comunicazioni di contenuto sessualmente esplicito con pazienti di una casa di cura e appunti con appellativi particolari associati a numeri di telefono di ragazze.
L’ordinanza
La giudice ha sottolineato che le testimonianze delle vittime, pur non essendo collegabili tra loro, presentano similarità significative nel modo in cui il medico operava. È stato documentato un ripetersi di comportamenti inappropriati, con tutte le donne che hanno confermato di aver ricevuto inviti a contattare il medico privatamente. Molte di loro hanno cercato supporto psicologico per affrontare il trauma subito e per elaborare il comportamento manipolativo del medico.
Il precedente del 2010
Dalla documentazione emerges che il medico era già stato oggetto di inchieste nel 2010 per episodi simili, ma all’epoca non era stato processato a seguito di una richiesta di archiviazione.