Automotive

«Mv Agusta: una forza autonoma mai vista prima»

«Se guardiamo la storia, questo brand ha attraversato più volte l’inferno. Eppure è ancora qui, dimostrando una grande capacità di sopravvivenza, in perfetta forma per ripartire».

È quanto sostiene chi ha investito poco meno di 200 milioni di euro in MV Agusta per salvarla dal fallimento. Attualmente si trova al comando con il 100% delle quote dopo aver rilevato il 50,1% detenuto da Ktm, che si trovava in difficoltà e ha dovuto vendere. Questo addio segna la fine di una partnership attesa per un rilancio definitivo del brand italiano, reduce da anni di difficoltà.

Controllo tornato al 100%

L’imprenditore ha assunto la gestione totale dell’azienda.

«Guardando i risultati della collaborazione, ci sono stati certamente miglioramenti in termini di qualità, ICT e pratiche manifatturiere – spiega chi è al comando – ma le attese sulle sinergie erano superiori e non si sono realizzate, ad esempio nella supply chain. Rispetto agli austriaci, MV Agusta ha dimostrato di essere efficiente nel design, nella progettazione e nell’assemblaggio: produciamo moto più belle, in modo più rapido ed economico. Da questo punto di vista, la partnership non ha aggiunto valore».

Rimane invece la nuova rete commerciale, uno degli obiettivi stabiliti all’inizio della collaborazione. «Il contributo di Ktm è stato decisivo – prosegue l’imprenditore – e ora abbiamo una rete completamente nuova di 220 dealer, solida e finanziariamente stabile, con contratti completamente rivisti». Questa base supporta il rilancio della produzione, parzialmente frenata nel 2025 per permettere a Ktm di svuotare gli stock accumulati in precedenza. «Abbiamo fermato la produzione a 4mila unità, parte dell’accordo, sebbene si pensasse di chiudere a marzo e ora sia accaduto più tardi. Tuttavia, non siamo distanti dal livello di break-even, che si raggiunge tra le 4 e le 5mila moto. Già quest’anno, con 80 milioni di ricavi, il budget prevede un Ebitda positivo e un pareggio complessivo. L’anno prossimo i profitti saranno superiori».

Un ottimismo non scontato, visto il percorso del brand, passato dai successi sportivi (l’icona è Giacomo Agostini) a un lento declino, interrotto da una successione di investitori, tra cui Proton, Harley Davidson, Amg Mercedes e Ktm.


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