Musk crea un partito e preoccupa gli investitori

Il ruolo (non giocato) del board
L’annuncio ha riacceso l’attenzione sulla governance interna. Il consiglio di amministrazione, guidato da Robyn Denholm, è tornato nel mirino. La presidente aveva smentito indiscrezioni su un possibile cambio al vertice, ma le pressioni aumentano. Azoria Partners ha sospeso il lancio di un ETF su Tesla, e il CEO James Fishback ha chiesto una presa di posizione chiara del board sul coinvolgimento politico di Musk.
Il problema è stato sintetizzato da un esperto di diritto societario: «In un’altra società, il consiglio avrebbe già valutato se la condotta del CEO è coerente con il suo ruolo. Tesla, invece, ha storicamente adottato una postura attendista, lasciando che Musk gestisse liberamente le sue iniziative esterne.»
Non è solo una questione simbolica. Un gruppo di azionisti, tra cui i fondi pensione della città di New York, ha formalmente richiesto che Musk dedichi almeno 40 ore settimanali a Tesla, segnalando il timore che l’azienda, pur beneficiando della visione del suo fondatore, rischi una leadership intermittente.
Numeri e concorrenza
Nel secondo trimestre 2025, Tesla ha consegnato 384.122 veicoli, migliorando rispetto al trimestre precedente (+14,1%) ma comunque in calo annuo del 13,5%. I modelli di punta (S, X e Cybertruck) hanno raggiunto solo 10.394 unità, in flessione del 52%. A trainare il risultato sono ancora Model 3 e Model Y, ma il mix prodotto si impoverisce e la marginalità ne risente.
Nel frattempo, la concorrenza cinese accelera. Il gruppo Xpeng-Nio-Li Auto-Zeekr ha superato Tesla per la prima volta nel secondo trimestre, con un vantaggio di 33.000 consegne. Due anni fa, il distacco era di oltre 300.000 veicoli a favore di Tesla. Un segnale che evidenzia come il primato non sia più scontato.