Multa da autovelox annullata senza verifica del dispositivo.

Attualmente si sviluppa un contenzioso complesso che interessa molti automobilisti italiani. Il tema centrale riguarda la validità delle sanzioni emesse tramite autovelox non omologati. Questo argomento ha provocato un aumento dei ricorsi e un acceso dibattito in ambito giuridico, coinvolgendo anche la Corte di Cassazione. Cresce il numero di casi che si focalizzano su questa questione, rendendo opportuno esaminare gli aggiornamenti più recenti.
Un ultimo caso rilevante
Tra le questioni riguardanti gli autovelox non omologati si inserisce un episodio verificatosi sulla superstrada Sora – Frosinone, nei pressi del chilometro 17+800, dove un automobilista ha ricevuto una multa per eccesso di velocità rilevato da un dispositivo fisso. Dopo il primo ricorso respinto dal Giudice di Pace, il Tribunale di Frosinone ha opposto una diversa soluzione. Ha infatti annullato la sanzione e ha condannato la Prefettura al pagamento delle spese processuali.
Il giudice ha stabilito che la documentazione presentata non fosse sufficiente a dimostrare la piena affidabilità dell’accertamento. La questione principale riguarda la differenza, spesso trascurata, tra taratura e verifica del funzionamento. La taratura attesta che l’apparecchiatura è impostata correttamente rispetto ai parametri originali, mentre la verifica certifica che l’apparecchio continui a funzionare correttamente nel tempo. In questo caso, pur essendo stata effettuata la taratura, mancava la prova che l’autovelox fosse stato sottoposto a una verifica tecnica prima del suo utilizzo, come previsto dalla normativa. Questa mancanza ha portato, secondo il giudice, all’illegittimità della sanzione.
Un quadro sempre più intricato
Questa decisione si colloca in un contesto complicato dagli interventi della Corte di Cassazione, che ha recentemente dichiarato la nullità delle multe emesse con dispositivi “approvati” ma “non omologati”. Tuttavia, tale pronuncia ha aperto un ulteriore dibattito interpretativo. Infatti, in una delle sue ultime sentenze, la Corte ha indicato un requisito aggiuntivo: per annullare una sanzione, è necessaria una querela per falso nei confronti dell’agente che ha redatto il verbale.
Questa posizione ha suscitato critiche tra avvocati e associazioni dei consumatori, che la vedono come un ostacolo significativo alla difesa dei cittadini. La sentenza del Tribunale di Frosinone rappresenta quindi un cambio di rotta, riportando l’attenzione sul profilo tecnico e procedurale dei controlli automatici, anziché su quello formale e documentale. Ci si interroga anche su quante multe emesse in Italia tramite autovelox non siano supportate da una verifica reale del funzionamento degli apparecchi.
Per i Comuni, questo rappresenta un rischio considerevole. Per gli automobilisti, emerge una nuova possibilità legale da sfruttare nei ricorsi. Nelle aule di giustizia si continua a discutere non solo della liceità degli strumenti, ma anche del principio stesso di affidabilità delle prove. In un Paese dove la sicurezza stradale si intreccia con la necessità di bilanciquirari, la linea tra controllo e sanzione rischia di diventare sempre più sottile. Ogni sentenza contribuisce a ridefinire un equilibrio ancora da trovare.