Furti di colonnine di ricarica elettrica in aumento in Italia

Le auto elettriche affrontano un fenomeno preoccupante: le colonnine di ricarica sono sempre più frequentemente oggetto di furti.
Le auto elettriche in Italia stanno già affrontando difficoltà di diffusione a causa di vari ostacoli, e questa situazione aggrava ulteriormente un contesto già difficile.
Recentemente, il problema dei furti di rame ha colpito diverse aree, tra cui Roma, e attualmente si sta estendendo anche ad altre zone del paese. Numerose segnalazioni indicano una situazione preoccupante.
Particolarmente allarmante è quanto accaduto a Opera, alle porte di Milano, dove alcuni sconosciuti hanno tranciato i cavi di ricarica delle stazioni Ewiva e Enercoop, come riportato da utenti sui social network. Ma perché i ladri si focalizzano sulle colonnine?
Aumento dei furti di rame alle stazioni di ricarica
Le prime indagini suggeriscono che questi furti potrebbero essere commissionati, legati a un mercato illegale del rame, un metallo molto ricercato. Oltre a causare danni economici ai gestori delle infrastrutture, questi atti penalizzano chi dipende quotidianamente dalle colonnine per la ricarica del proprio veicolo.
Il rame nei cavi delle stazioni è diventato un obiettivo per i ladri, che operano con rapidità, spesso di notte. Un caso significativo è avvenuto a Ladispoli, vicino Roma, dove tre uomini sono stati trovati in possesso di 16 cavi rubati da impianti di ricarica.
Preoccupazione crescente e necessità di una soluzione
La questione non è passata inosservata e la preoccupazione cresce tra gestori e utenti. Diverse aziende del settore stanno sviluppando sistemi di protezione sempre più avanzati per prevenire atti di vandalismo simili.
Tra le soluzioni in fase di studio ci sono dispositivi di rilevamento movimento che attivano allarmi in caso di manomissione dei cavi, oltre all’uso di materiali più resistenti come il kevlar per il rivestimento. Un’ulteriore proposta prevede di blindare il rame con metalli più duri o di utilizzare inchiostri indelebili, simili a quelli impiegati nei bancomat, che renderebbero più difficile l’uso del materiale rubato.