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Due auto elettriche: ecco perché sono rare.

due elettriche

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Due auto elettriche in famiglia, fotovoltaico, wallbox e pompe di calore: inizia il percorso di transizione energetica, apprezzandone i vantaggi e affrontando le problematiche.

I miei 5 anni con Zoe e Kona: un bilancio

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Da una statistica generale sapevo che un prodotto, una volta raggiunto il 10% di diffusione, decolla decisamente. In Italia, le auto elettriche sono al 4% circa.
Ho una Renault ZOE 52 kWh e una Hyundai KONA 64 kWh. Entrambi siamo estremamente soddisfatti, anche se l’acquisto è stato un investimento considerevole.

Dopo oltre cinque anni, possiamo spiegare la nostra soddisfazione e comprendere perché le BEV siano poco diffuse in Italia:

  • Il costo dell’energia elettrica nelle stazioni pubbliche è esagerato: 0,65 €/kWh, ovvero il triplo rispetto al costo domestico.
  • Le stazioni di ricarica pubbliche sono ancora poche e molte non sono funzionanti o facilmente accessibili.
  • Se non avessimo wallbox e impianto fotovoltaico, il costo dell’energia elettrica pubblica non renderebbe vantaggioso l’acquisto di un veicolo elettrico, generalmente più costoso rispetto a quelli termici.
  • La guida elettrica è estremamente più piacevole e rilassante rispetto a un veicolo a combustione.
  • In situazioni in cui era necessario ricaricare in stazioni pubbliche, ci siamo organizzati nonostante le difficoltà.
  • Anche in caso di problemi alla batteria della Hyundai, sono riuscito a sostituirla in garanzia e, pur avendo avuto inconvenienti, ho apprezzato le prestazioni dell’auto.

Fotovoltaico e wallbox fanno la differenza

Dopo aver percorso oltre 80.000 km con la Zoe e oltre 100.000 km con la Kona, siamo soddisfatti. Gli impianti fotovoltaici e le wallbox hanno cambiato notevolmente la nostra esperienza.

Crediamo sia possibile fare molto di più per incentivare i veicoli elettrici e i sistemi di riscaldamento, sostituendo le caldaie a gas.
Ho anche un impianto geotermico per riscaldamento in campagna, mentre in città ancora utilizzo il gas.

Qui da noi si potrebbe, ma non si vuole

Se in Norvegia e Cina sono più avanti di noi, si può fare. La realtà è che qui da noi non si vuole.
Le intemperie climatiche dovrebbero convincere tutti a cambiare rotta.

La Cina, pur essendo la più inquinata, ha un trend di miglioramento ed incremento delle energie rinnovabili.
Nel nostro piccolo, abbiamo fatto qualcosa e se ognuno facesse la propria parte, magari con un po’ più di sostegno pubblico…
È una riflessione importante.

La transizione è ineludibile, ma non facile

Le considerazioni sono valide: in un mondo con crescente popolazione, il ricorso ai combustibili fossili diventerà insostenibile.
Possiamo ignorarlo o iniziare a lavorare per evitare la tragedia.
Farlo significa smettere di bruciare combustibili fossili per ottenere energia.

È possibile? Sì, con l’esempio di esperienze come le nostre. È facile? No, come dimostrato.
C’è chi parla di emigrare su Marte, ma la soluzione è qui sulla Terra.


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