Contesta le multe, ma non riceve risposte: sanzioni annullate.

Quando ricevete una multa, non è necessario correre immediatamente agli uffici preposti per il pagamento. Il vantaggio di uno sconto sulla cifra porta molti cittadini a risolvere la questione senza una contestazione opportuna. Ci possono essere vari motivi per cui un automobilista può chiedere giustizia. Potrebbe esserci un errore materiale sulla multa, una segnaletica non visibile o assente, o altre ragioni per impugnare un verbale. Controllando attentamente, potreste scoprire un errore nell’indicazione della targa della vostra auto o una data non corrispondente. È possibile richiedere l’annullamento anche se la multa è stata emessa per una violazione della segnaletica stradale, se questa non era visibile o non conforme. Inoltre, la multa deve essere notificata entro 90 giorni dall’infrazione; se questo termine non viene rispettato, si può procedere con la richiesta di annullamento.
Un uomo di Bologna ha presentato dei ricorsi al Prefetto contro le sanzioni ritenute infondate. Non ha ricevuto alcuna risposta entro i termini previsti dal Codice della Strada. Il cittadino aveva richiesto l’annullamento in autotutela, nonostante il Comune pretendesse il pagamento di verbali per alcune migliaia di euro. È così iniziata una battaglia legale. Assisto dal suo avvocato, l’uomo ha deciso di opporsi a tutti i provvedimenti, risalenti al 2021 e al 2023.
L’annullamento del Giudice di Pace
Le sanzioni sono state annullate da due diversi Giudici di Pace, per il principio del silenzio assenso. Il Prefetto avrebbe dovuto rispondere al ricorso contro le multe entro i termini di legge (210 giorni) per evitare l’accoglimento della richiesta. In entrambi i casi è stata fornita prova documentale del ricorso, notificato via Pec al Prefetto, che non ha risposto. È bastata la mancata risposta per vincere il contenzioso.
“Accolgo con soddisfazione queste due sentenze che confermano la fondatezza delle nostre ragioni e, mi permetto di dire, la qualità del lavoro svolto. Il Giudice di Pace – ha affermato ad ANSA l’avvocato difensore – ha correttamente riconosciuto l’efficacia del silenzio-assenso a seguito dell’inerzia del Prefetto, annullando due ingiunzioni che non avrebbero dovuto essere mai emesse. Resta però l’amarezza per un sistema che costringe i cittadini a rivolgersi al Giudice per ottenere ciò che l’Amministrazione avrebbe potuto e dovuto riconoscere in via di autotutela. È una distorsione che appesantisce inutilmente la macchina della giustizia e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni“.
Dove presentare il ricorso
Se intendete presentare un ricorso, dovrete rivolgervi al Prefetto o al Giudice di Pace. La prima opzione è più veloce e gratuita; basterà inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno alla Prefettura competente o presentarsi direttamente agli uffici. In alternativa, potete presentare il ricorso presso l’ufficio della Polizia Municipale o Locale che ha emesso il verbale. Il Prefetto emetterà un’Ordinanza entro 210 giorni dalla data di presentazione del ricorso, oltre al tempo necessario per la notifica. Il ricorso deve essere presentato entro 30 giorni dalla data di notifica dell’atto impugnato.
Il ricorso formale al Giudice di Pace richiede un contributo unificato, il cui importo varia in base alla sanzione contestata. Consigliamo questa opzione in caso di situazioni complesse. Il Giudice esaminerà il caso in udienza e potrà decidere di annullare, ridurre o confermare la sanzione.
Conclusioni
Affrontare una multa può sembrare complicato, ma ci sono vie legittime per contestarla. Rivolgersi al Prefetto o al Giudice di Pace consente di esercitare i propri diritti. È fondamentale essere consapevoli dei propri diritti e delle procedure per garantire una giusta risoluzione del contenzioso.