Acquista il Tesla Cybertruck, ma non entra in garage.

Acquistare un’auto nuova dovrebbe essere motivo di gioia, soprattutto se si tratta di un modello molto discusso come il Tesla Cybertruck, un veicolo imponente che sembra uscito da un film di fantascienza. Tuttavia, per un ex CEO in pensione, l’esperienza si è rivelata paradossale e ha dovuto vendere il suo esemplare perché troppo grande.
Ingressi problematici
Le difficoltà sono iniziate con l’ordine, effettuato quando l’ex CEO viveva in una casa con un vialetto privato e spazioso, dove parcheggiare un veicolo lungo più di 5,6 metri e larghezza quasi 2,4 metri non era un problema. Convinto dalla sua unicità, ha deciso di procedere con l’acquisto. Tuttavia, la situazione cambiò a seguito di un divorzio e di un trasloco in un appartamento moderno in una zona cittadina, dotato di un parcheggio progettato per SUV medi, sì, ma non per un veicolo d’acciaio che pesa oltre 3 tonnellate.
Quando si è reso conto che il Cybertruck non entrava nel garage, ha cercato una soluzione. Un parcheggio in strada? Scomodo e a rischio di furto, considerando che il modello base costa circa 70.000 dollari. Affittare uno spazio più grande? Costi elevati e pochissima praticità. Alla fine, non potendo tenerlo, si è imbattuto in una problematica contrattuale.
Tesla impone ai proprietari del Cybertruck una clausola restrittiva che vieta la rivendita nei primi 12 mesi, con sanzioni che possono arrivare a 50.000 dollari, oltre a un divieto a vita di acquisti futuri, per scoraggiare i rivenditori occasionali. Nel caso specifico, la questione non riguardava la speculazione.
Conclusione positiva
Alla fine, ha condiviso la sua storia online, attirando l’attenzione di diversi utenti e media. Il racconto ha fatto il giro delle piattaforme, arrivando anche a influenzare l’azienda. Un rappresentante di Tesla lo ha contattato, informandolo che le clausole erano state modificate. Successivamente, ha venduto il Cybertruck a un nuovo acquirente per 109.000 dollari, guadagnandosi anche un piccolo margine e evitando la penale.
Questa situazione pone una riflessione: a chi è realmente destinato un veicolo così amato, simbolo di status? Forse è più adatto a un ranch in Texas o a una villa nelle colline californiane, mentre in ambito urbano potrebbe rivelarsi un intralcio. La storia mette in luce come le auto siano simboli e oggetti del desiderio, limitati dalla realtà quotidiana. Alla fine, avere il pickup più vistoso del mondo non è sufficiente se non riesce ad entrare nel garage.