Storia a spasso nel tempo con Piero Angela e Alessandro Barbero

Il progresso è la capacità di costruire un futuro migliore. La narrazione è un viaggio nel tempo, un dialogo tra due figure emblematiche. Insieme, con curiosità e intelligenza, i protagonisti guidano alla scoperta del passato da una prospettiva insolita: quella della quotidianità. Come vivevano le persone nell’antichità? Come si è evoluta la specie umana? E cosa possiamo apprendere da chi ci ha preceduto?
Si inizia da un periodo in cui il supermercato era rappresentato dalla natura, seguendo le tracce di una tribù migrante in Italia 10-15 mila anni fa; un gruppo di nomadi costretti a vivere in accampamenti temporanei per seguire il corso delle stagioni. È sorprendente pensare che a Roma, dove oggi risiedono oltre due milioni di persone, le popolazioni itineranti contavano «non più di poche decine di individui».
I villaggi stabili nascono con l’agricoltura: coltivando la terra, la popolazione cresce, vengono creati nuovi lavori e si pongono le basi del futuro.
Tuttavia, gli spostamenti continuano a rimanere essenziali. In un’era di viaggi rapidi, risulta curioso notare che in passato le strade erano affollate di viandanti, con percorsi di 20 o 30 chilometri, andata e ritorno, «per andare al mercato nella città vicina». La distanza che oggi un’automobile copre in un’ora, un pellegrino a piedi la percorreva in una settimana.
Il volume aiuta anche a sfatare alcuni miti. Lo Ius primae noctis? Un’invenzione. La cintura di castità? Una leggenda. La vita nell’antichità era davvero meno frenetica? In realtà, c’erano «meno difese contro l’infelicità». Anche in passato, infatti, le persone desideravano migliorare la propria vita, essere ammirate e avere successo.
Numerose curiosità riguardano gli stili di vita degli antenati. Per esempio, la totale mancanza di privacy: non esistevano corridoi, e per passare da una stanza all’altra, anche nelle case dei benestanti, bisognava attraversare spazi altrui. Gli spazi adibiti a bagno? Inesistenti, persino a Versailles. Nel tempo libero, le donne si toglievano i pidocchi a vicenda, evidenziando un’idea di igiene molto diversa da quella contemporanea.
Storie intriganti si intrecciano nelle pagine, come quella di Caterina da Siena, che litiga con il padre per avere una stanza tutta per sé, o della famiglia di Giovanna D’Arco, che pensa di annegarla quando scappa a 17 anni per salvare la Francia. Vi è anche la vicenda di Antonia Chiarini, un’orfana bolognese perseguitata da poliziotti accusatori; la sua verità viene finalmente riconosciuta da un giudice. Oppure, la storia di Giovan Battista Boetti, un frate domenicano che diventa leader di rivoluzioni musulmane contro la Russia nel Settecento.
Alla fine del viaggio nel tempo, ciò che resta è la forza delle invenzioni. Se nell’Ottocento il progresso era visto con entusiasmo, nel Novecento, con guerre e minacce atomiche, nasceva la paura. Oggi, il cambiamento è talmente veloce da farci sentire disorientati. L’unico rimedio è approfondire la conoscenza, per vincere l’arretratezza che ha sempre penalizzato il paese, grazie a maestri che hanno illuminato e continuano a farlo.
Il libro
Dietro le quinte della storia (pagg. 272, euro 9,90)