Meraviglia e scienza: tesori svelati al museo Podenzana

Dove finisce la meraviglia inizia lo studio scientifico. Queste sono le basi del progetto “Studio e meraviglia. L’ordine del mondo nelle raccolte museali ottocentesche” allestito al Museo Etnografico Giovanni Podenzana, visitabile fino al 3 maggio 2026. La mostra si trova all’ultimo piano del museo e presenta pezzi unici, alcuni dei quali erano conservati in magazzini da oltre trent’anni, insieme ad altri in prestito dalla Biblioteca Mazzini e dal Museo di Storia Naturale alla Certosa di Calci. Strumenti didattici sono stati forniti dalla facoltà di Anatomia Veterinaria e dall’Accademia di Belle Arti di Carrara. “Studio e meraviglia” è collegata alla recente mostra “Naturale Meraviglia. Tesori e opere d’arte dalle corti dei principi” presso il Museo Civico “Amedeo Lia”.
Il pubblico potrà approfondire le ricerche di Giovanni Podenzana, ritratto in una gigantografia all’inizio della mostra, assieme ai suoi preparati. Durante l’anteprima erano presenti il sindaco e il curatore del museo, che hanno illustrato l’importanza di alcuni pezzi in esposizione, compreso un leopardo restaurato diventato simbolo dell’esposizione.
La meraviglia stimola la conoscenza e, nell’Ottocento, il sapere scientifico sulla natura. Il Museo Etnografico presenta un’esposizione straordinaria che evidenzia l’opera di Giovanni Capellini e Giovanni Podenzana, fondatori del primo Museo Civico della Spezia. Dalla wunderkammer alle collezioni museali, la mostra mette in dialogo materiali mai esposti, con prestiti significativi da altri musei italiani.
Negli approfondimenti, si esplora come la wunderkammer si sia trasformata in spazi museali dedicati alla scienza. Nel XIX secolo si svilupparono le scienze naturali, portando a una catalogazione scientifica che superava i confini europei. Le missioni scientifiche dell’epoca, legate all’espansione coloniale, hanno coinvolto scienziati e artisti nello studio di culture e biodiversità.
Un esempio significativo è la spedizione in Nord America del 1863, a cui partecipò Giovanni Capellini, dalla quale provennero manufatti delle tribù native. Anche in Italia, le spedizioni naturali aumentarono dopo l’Unità, con la nascita della Società Geografica Italiana nel 1867, e Giovanni Podenzana raccolse reperti durante un viaggio in Australia nel 1891.
La mostra include elementi unici, come un elmo di guerriero realizzato con un pesce particolare e tavole anatomiche di Paolo Mascagni, che illustrano il corpo umano. I musei hanno giocato un ruolo cruciale nel progresso scientifico, aiutando la comunità a comprendere la natura e i suoi meccanismi.
Tra gli animali esposti c’è una lontra catturata in Val di Vara quasi due secoli fa, un segno di come i territori siano cambiati nel tempo.
I materiali sono suddivisi per tematica:
– I popoli “primitivi”. Questa sezione illustra l’evoluzione di discipline come l’etnologia, l’antropologia e l’etnografia, mostrando manufatti extraeuropei.
– L’anatomia umana. Gli studi anatomici hanno cercato di comprendere la natura umana e l’evoluzione della specie, risultando fondamentali nella ricerca di cure.
– La patologia. La classificazione delle deformità congenite ha rappresentato uno strumento di studio, affrontando le credenze superstiziose in merito.
– La biogeografia e la classificazione dei viventi. Qui sono esposti reperti che testimoniano la varietà naturale del mondo, inclusi animali, campioni botanici e minerali, grazie all’uso della tassidermia, popolare nel XIX secolo.
Info Museo Civico Etnografico “Giovanni Podenzana”
Tel. 0187727781
[email protected]
via del Prione 156
giov. – ven. – sab.: 10.00 – 12.30 e 16.00 – 19.00; dom.: 10.30 – 18.00