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Benzina alle stelle: prepariamoci al peggio.

Nuove fluttuazioni nei prezzi dei carburanti, proprio quando non sarebbe stato necessario. Questa crisi potrebbe causare danni significativi.

Una situazione indesiderata che si è finalmente manifestata. Si tratta di una sfida per chi vive in zone di conflitto, ma anche per chi si trova lontano dai combattimenti, pur avvicinandosi ai distributori di carburante.

Il prezzo della benzina ha di nuovo superato 1,7 euro al litro, mentre il gasolio ha raggiunto oltre 1,6 euro. Questo preoccupa i consumatori e le associazioni, allarmati per l’impatto sui bilanci degli automobilisti e non solo.

Il conflitto tra Israele e Iran gonfia i prezzi della benzina

Il nuovo conflitto in Medio Oriente altera gli equilibri del mercato petrolifero. In particolare, il conflitto tra Israele e Iran ha portato il Brent a un aumento di circa il 10% in pochi giorni, stabilizzandosi poi intorno ai 75 dollari al barile, tornato ai livelli di inizio aprile.

Non si tratta solo del greggio: anche i prodotti raffinati nel Mediterraneo raggiungono massimi non visti da mesi, con la benzina che aumenta di due centesimi al litro e il gasolio di tre.

I prezzi alla pompa reagiscono immediatamente. Dopo due settimane di relativa calma, la benzina in modalità self service sale a 1,707 euro al litro di media nazionale, mentre il gasolio si attesta a 1,605 euro. Per il servizio al distributore, i costi sono maggiori: 1,846 euro per la verde e 1,745 per il diesel.

In autostrada, i prezzi sono ancora più elevati: benzina self a 1,806 euro, gasolio a 1,715, con punte che sfiorano i due euro per il servizio. Anche Gpl e metano subiscono aumenti, sebbene in misura minore.

Le compagnie non restano ferme: Eni aumenta di un centesimo i prezzi consigliati per benzina e gasolio, IP e Q8 alzano il costo del diesel di due centesimi. Questi aumenti si riflettono immediatamente sui listini comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi, con dati provenienti da circa 18 mila impianti in Italia.

Chi sperava in un’estate di viaggi si troverà di fronte a spese inaspettate. Le associazioni dei consumatori non esitano a definire questi rincari come inaccettabili e fanno appello a un intervento governativo per fermare speculazioni.

Il problema rimane invariato: quando il prezzo del petrolio aumenta, i costi alla pompa si adeguano immediatamente; al contrario, quando scendono, le riduzioni avvengono molto lentamente. Con l’estate alle porte, il conto potrebbe rivelarsi ancora più salato.


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