Giorgia Meloni e la sua indecisione su Gaza.
Mercoledì mattina il ministro degli Esteri doveva intervenire al Senato per riferire sulla posizione del governo italiano riguardo alla guerra e alla crisi umanitaria a Gaza. Un gruppo di senatori aveva affermato che sarebbe stato un intervento sostanzialmente vuoto, e alla fine la comunicazione ha confermato l’attendismo del governo sulla crisi in Medio Oriente.
Il ministro ha usato toni di biasimo inusuali nei confronti di Israele, elencando iniziative umanitarie a sostegno della popolazione di Gaza e ribadendo il supporto italiano al piano di pace promosso dall’Egitto, anche se in modo vago. Sono emerse anche delle reticenze: non ha accennato a iniziative diplomatiche italiane o a posizionamenti con gli alleati europei, evitando di esprimere giudizi diretti sull’operato del premier israeliano, mai menzionato.
La posizione del governo italiano è stata finora prudente e in linea con l’Unione Europea e i principali paesi occidentali. La premessa di Meloni nella situazione è complicata da ragioni storiche e politiche, poiché ha lavorato per costruire relazioni con la comunità ebraica, e deve anche considerare la convenienza politica e le opinioni pubbliche.
Recentemente, però, le cose stanno cambiando: l’Unione Europea ha iniziato a criticare Israele e l’opinione pubblica, compreso l’elettorato di centrodestra, mostra una crescente antipatia verso Netanyahu. Per Meloni, mantenere una posizione chiara che riaffermi il sostegno a Israele senza apparire troppo allineata a Netanyahu sta diventando difficile.
L’Italia ha mantenuto una posizione cauta in diversi contesti internazionali, astenendosi da risoluzioni che sostenevano i diritti palestinesi, cosa che altri paesi europei hanno invece fatto. Meloni ha cercato di non mostrarsi ostile alla causa palestinese, mantenendo un equilibrio, pur opponendosi al riconoscimento di uno stato palestinese ma sostenendo la necessità di un cessate il fuoco e di iniziative di ricostruzione.
La divergenza interna tra i partiti di governo, con critiche concrete verso Netanyahu da parte di alcuni membri e supporto continuo da parte di altri, ha reso le posizioni sempre più difficili da sostenere. Inoltre, la riconsiderazione delle politiche da parte di diversi leader europei ha aumentato la pressione sulla Meloni per una presa di posizione chiara.
Problemi storici durante il secondo Novecento hanno reso le relazioni italo-arabe peculiari, mentre la destra italiana ha faticato con il rapporto con la comunità ebraica, data la sua storia. Meloni ha cercato di migliorare i rapporti attraverso azioni simboliche importanti, e il suo operato è monitorato attentamente per evitare ricadute negative.
Inoltre, la sua alleanza con Netanyahu si complica da una crescente distanza con le sue decisioni, creando incertezze che rendono necessario un approccio cauto.