Delitto di Garlasco, Garofano: ‘Impronta 33 senza sangue’.
Nell’impronta 33, sul muro delle scale vicino al corpo di Chiara Poggi, “non c’è sangue”, ed è “una certezza scientifica” basata sugli accertamenti effettuati all’epoca del delitto. Queste sono le osservazioni di un esperto della difesa in vista di una consulenza difensiva. Secondo l’esperto, l’intonaco grattato dalla traccia ricercata dai pm non sarebbe più presente perché “è stato consumato” durante l’accertamento irripetibile del 2007.
La battaglia sull’impronta 33
In merito all’inchiesta riaperta sul caso di Garlasco, un esperto ha discusso con la difesa di Sempio in preparazione di una consulenza dattiloscopica difensiva, che verrà depositata successivamente a quella effettuata dagli esperti nominati dalla Procura. Recentemente, si è appreso che i pm stanno cercando negli archivi del Ris un involucro di intonaco per eseguire analisi biologiche alla ricerca di tracce di sangue e DNA nell’impronta 33. Si è scoperto che, 18 anni fa, parte della traccia era “stata asportata dal muro grattando l’intonaco con un bisturi sterile”. Questo intonaco, secondo l’esperto, è stato però consumato durante l’accertamento irripetibile.
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“L’intonaco non c’è più”
Secondo l’esperto, quell’impronta “era già stata analizzata ai tempi” e giudicata non utile per identificazione. È stato evidenziato che “le nuove tecnologie” usate, di cui si parla nella consulenza, sono solo “l’utilizzo di Photoshop già esistente”. Nel 2007, erano state condotte anche analisi sul DNA che non avevano dato esiti. La ninidrina, il reagente utilizzato per trattare l’impronta, “in alcuni punti è più rossa” a causa della reazione con gli amminoacidi, ma “non con l’emoglobina”, quindi non c’è sangue, “e questa è una certezza scientifica”. Intanto, i difensori di Sempio attendono che la Procura metta a disposizione documenti e materiali utilizzati nella consulenza per elaborare una loro relazione.