“Killer non si lavò le mani: nuove certezze su Garlasco”.
La Procura di Pavia ha avviato un nuovo filone d’indagine sulle possibili alternative all’unica condanna per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Con la riapertura del caso, si mira a esplorare se possano esistere altre verità, come sostenuto dai legali e dallo stesso Stasi, che ha sempre proclamato la propria innocenza. Una delle ricostruzioni alternative sotto esame dai carabinieri e dalla Procura suggerisce che l’aggressore non avrebbe potuto lavarsi le mani e pulire dispenser e lavabo dalle tracce di sangue, contrariamente a quanto affermato in precedenza.
Questa ipotesi si oppone alla sentenza definitiva che ha condannato Stasi, la quale ha evidenziato due impronte sul dispenser del sapone, utilizzato dall’aggressore per lavarsi le mani dopo il crimine. La Corte ha stabilito che le impronte e l’assenza di commistioni di Dna della vittima dimostrano che l’aggressore ha maneggiato il dispenser per pulirlo accuratamente. Tuttavia, gli investigatori, che avevano già tentato di riaprire il caso cinque anni fa, avevano segnalato l’assenza di tracce ematiche nel lavandino, ma hanno anche affermato che non è possibile che dispenser e lavabo siano stati lavati completamente dall’aggressore.
Ulteriori argomentazioni indicano che ci sono numerose impronte sovrapposte sul dispenser, oltre a quelle di Stasi, che sarebbero state eliminate in caso di lavaggio. Anche il Dna di Chiara e di sua madre è stato rinvenuto. La presenza di quattro capelli, privi di bulbo, suggerisce ulteriore prova di un lavaggio incompleto. In questo contesto si valuta un’impronta sulla porta d’ingresso, che potrebbe appartenere all’assassino prima della fuga. Resta in discussione la possibilità che più di una persona sia coinvolta nel delitto. Una nuova consulenza dattiloscopica ha escluso che l’impronta appartenga a Stasi, ai suoi amici o ad altri sospetti.
Una consulenza della difesa, datata 2020, ha indicato che, oltre alle impronte di Stasi, sul dispenser era presente un frammento papillare denso di informazioni dattiloscopiche. Le impronte di Stasi risultavano parzialmente sovrapposte ad altre impronte, con almeno altri sette contatti papillari identificati.