Il giallo dell’impronta 33 e la firma di Sempio
L’impronta 33 trovata sul luogo del delitto di Garlasco appartiene a Andrea Sempio, secondo quanto dichiarato da una consulenza difensiva. Si discute se sia possibile analizzare DNA o sangue associato a quest’impronta. Il genetista Ugo Ricci, consulente per la difesa, afferma che l’impronta, inizialmente considerata non utile, ora presenta caratteristiche che la renderebbero rilevante, con 15 punti di contatto con quella di Sempio. Tuttavia, non si può attribuire questo cambiamento unicamente alle nuove tecnologie. Le indagini necessiteranno di tempo e sarà fondamentale capire quali tracce siano ancora disponibili, specialmente per quanto riguarda l’intonaco del muro. “Abbiamo solo fotografie; sarà essenziale determinare cosa sopravvive di quell’intonaco”, ha dichiarato Ricci.
Attualmente, si dispone di un’immagine digitale dell’impronta, grattata da un intonaco. La difesa sostiene che l’impronta potrebbe contenere sangue e DNA dell’assassino o della vittima, ma la verifica potrebbe risultare difficile. Infatti, il pezzo di intonaco da cui è stata prelevata l’impronta potrebbe non esistere più, essendo stato distrutto dopo la condanna a Stasi. Fonti indicano che il reperto non è stato trovato negli archivi della Procura di Pavia o nei carabinieri del Ris di Parma. Le indagini su Sempio, accusato di omicidio in concorso, si basano non solo su prove scientifiche, ma anche su elementi investigativi e testimonianze.