News

Muore a 13 anni per un tumore, genitori indagati.

Vicenza: i genitori di un ragazzo, segnalati dagli assistenti sociali, non si stavano adeguando alle indicazioni mediche. Gli avvocati affermano che hanno fatto il possibile per salvare il figlio.

Un tumore letale ha colpito un ragazzo di terza media, spirato all’inizio del 2024 nell’ospedale San Bortolo di Vicenza. I genitori, assistiti dagli avvocati Lino e Jacopo Roetta, sostengono di aver fatto tutto il possibile per salvare il figlio. La procura contesta e accusa i genitori di omicidio volontario, come riportato. Recentemente, hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, firmato dal pubblico ministero Paolo Fietta. L’accusa specifica è di aver ritardato l’inizio delle chemioterapie prescritte dai medici.

Le omissioni legate al decesso

Durante le indagini, i genitori sono stati interrogati dopo che la procura ha acquisito i certificati e gli accertamenti dei medici. Il pm Fietta ha nominato un consulente che ha visitato il ragazzo prima della morte, a seguito della segnalazione. Nella relazione del perito sarebbero emerse omissioni da parte dei genitori, collegate al decesso del figlio. Il difensore, tuttavia, sostiene che il consulente ha dichiarato che il ragazzo avrebbe potuto vivere solo altri due o tre mesi e che la sua sorte era già segnata, senza possibilità di cura.

La decisione nelle mani dell’accusa

Ora spetta al rappresentante dell’accusa decidere se chiedere il rinvio a giudizio davanti alla Corte d’assise, con possibilità di ammissione a riti alternativi, o optare per un’istanza di archiviazione. A detta del difensore, contestare un omicidio volontario ai genitori appare un’enormità: «Quando mai un genitore desidererebbe la morte del proprio figlio? Fino all’ultimo giorno hanno sperato nella sua salvezza. Hanno fatto tutte le visite possibili».

La malattia e l’intervento degli assistenti sociali

La vicenda ha inizio nella primavera del 2023 quando il ragazzo inizia a sentirsi male. La diagnosi è devastante: un tumore aggressivo, il cui tipo non è stato specificato per ragioni di privacy. I genitori consultano vari medici e specialisti in cerca di cure. Tuttavia, sorgono sospetti tra gli assistenti sociali del Comune, riguardo alla mancata adesione alle indicazioni terapeutiche, con omissione delle chemioterapie all’inizio della cura.

La segnalazione alla procura

Viene effettuata una segnalazione al tribunale dei minorenni di Venezia, che inoltra il caso alla procura di Vicenza. Il pm Fietta nomina un consulente che, dopo la visita, deposita la perizia. La diagnosi rivela che il ragazzo non è stato sottoposto alle chemioterapie iniziali, contribuendo al peggioramento della sua salute. Dopo circa due settimane, il ragazzo muore a meno di un anno dalla diagnosi. Ora spetterà ai magistrati valutare la complessità di questo caso.


Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio