Automotive

Modifiche ai risarcimenti per attese dei camion

La Gazzetta Ufficiale numero 116 del 21 aprile 2025 ha pubblicato il Decreto Legge numero 73/2025, noto come Decreto Infrastrutture, con efficacia immediata. Tra le norme introdotte vi è la modifica alla disciplina degli indennizzi per le lunghe attese al carico e allo scarico dei veicoli industriali, una richiesta avanzata dagli autotrasportatori che considerano le modalità precedenti sbilanciate a favore dei committenti.

Il provvedimento riduce da due ore a novanta minuti la franchigia gratuita, ovvero il tempo massimo in cui un camion può essere trattenuto senza diritto a compensi. Superata questa soglia, scatta un indennizzo forfettario di 100 euro per ogni ora o frazione di ora eccedente, importo rivalutato annualmente in base all’indice Foi Istat.

Una novità significativa è che l’indennizzo diventa automatico, fisso e opponibile. Non sarà più necessario definirlo nel contratto, né dipendere dalla disponibilità delle controparti. Inoltre, la responsabilità per il pagamento è solidale: risponderanno sia il committente sia il caricatore, aumentando le possibilità di ottenere il ristoro. Il Decreto stabilisce anche le modalità di prova del ritardo: per attestare l’orario di arrivo, sarà possibile usare i dati del tachigrafo intelligente di seconda generazione o la geolocalizzazione di bordo, strumenti comuni nelle flotte moderne e conformi alle norme europee sul trasporto stradale.

I trasportatori potranno recuperare parte dei costi legati all’inattività, stimata tra il 4% e il 6% del valore medio di un trasporto nazionale. Le imprese committenti saranno incentivate a migliorare la gestione degli slot logistici, evitando i ritardi che oggi rappresentano un collo di bottiglia nella filiera. Inoltre, la riforma introduce una tutela rafforzata per il conducente, sancendo il suo diritto a presenziare al carico e a verificare la sistemazione della merce, il che riduce il rischio di sanzioni per carichi mal distribuiti e aumenta la sicurezza su strada.

Tuttavia, permangono alcune criticità. L’attivazione dell’indennizzo resta a carico del vettore, che dovrà richiederlo e documentare con precisione i tempi effettivi. In caso di rifiuto, l’unica opzione sarà il contenzioso. Inoltre, la co-obbligazione tra committente e caricatore, pur chiara nel principio, solleva incertezze pratiche poiché non definisce il criterio di ripartizione del debito.

Un altro aspetto da chiarire è l’aggiornamento della contrattualistica: molte condizioni generali attualmente usate non sono coerenti con la nuova disciplina e andranno riscritte per evitare squilibri e pratiche potenzialmente scorrette. Il decreto concede all’Autorità Garante della Concorrenza il potere d’intervenire nei casi di mancato pagamento dell’indennizzo, ma resta da vedere quanto questa leva verrà effettivamente utilizzata. Sul piano operativo, le imprese di autotrasporto più strutturate potranno dotarsi di strumenti adeguati per certificare i tempi, rivedere i contratti e proporre soluzioni digitali per la gestione dei piazzali, mentre le più piccole rischiano di rimanere marginalizzate senza un quadro applicativo chiaro e strumenti di assistenza.


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