Coniugi uccisi e bruciati, movente svelato.
Firenze, 21 maggio 2025 – C’era un legame di conoscenza e riconoscenza tra due uomini: l’ultraottantenne, ucciso assieme alla moglie nella loro abitazione nel dicembre 2023, si era preso a cuore le difficoltà di un più giovane, avendone salvato la vita durante un incidente stradale e per essere stato amico del suo defunto figlio.
Per questa ragione aveva offerto aiuti economici di una certa entità.
Tuttavia, l’accusato, 47enne trapiantato a Ponte a Ema e oggi accusato di omicidio volontario, distruzione di cadaveri e rapina, avrebbe approfittato della disponibilità economica della coppia.
Secondo l’accusa, il presunto omicidio, presentato come un incidente domestico dovuto a un corto circuito della poltrona elettrica, sarebbe stato motivato dall’intento di non restituire un prestito di diecimila euro e di rubare un piccolo tesoro in denaro nascosto in casa.
È quanto intende dimostrare l’accusa nell’udienza davanti alla corte d’assise del tribunale, presieduta da un giudice. Oggi si è svolta la prima udienza del dibattimento.
Sono stati ascoltati i carabinieri della stazione locale, che, giunti sul posto, hanno subito sospettato che non fosse un semplice incidente domestico.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’accusato, durante una visita all’anziana coppia, avrebbe prima aggredito l’uomo, picchiandolo e uccidendolo, per poi strangolare la donna.
Dopo i delitti, avrebbe dato fuoco all’abitazione, avendo precedentemente aperto una cassaforte conosciuta, localizzando le chiavi in un boccale di birra accanto alla televisione.
Due banconote da 50 euro, trovate nel giardino retrostante, erano sporche di sangue e si presume che siano state perse dall’assassino nella fuga.
Una volta spento l’incendio, sono emerse macchie di sangue e impronte digitali. Inoltre, un’agenda con somme prestate dall’anziano al figlio dell’accusato ha contribuito all’arresto dell’imputato.
L’accusato ha assistito all’udienza affiancato dal suo legale, in un’atmosfera di tensione all’interno dell’aula, in cui si fronteggiavano solo accusa e difesa, senza la partecipazione dei familiari della vittima.