Coltellate inflitte da un uomo
Giada Crescenzi, 31 anni, è attualmente in carcere per l’omicidio di Stefania Camboni, una 58enne uccisa a coltellate il 15 maggio a Fregene. L’avvocato difensore, Anna Maria Anselmi, sostiene l’innocenza della sua assistita. Uno degli argomenti a favore di questa posizione è che le ferite subite dalla vittima sono state inflitte con una forza considerata incompatibile con la corporatura minuta della Crescenzi.
“Coltellate non inferte da una donna”
Su questo punto, l’avvocato Anselmi ha dichiarato che, durante l’esame autoptico con il dottor Cipolloni, è emerso che sono state inflitte 34 coltellate, alcune profonde, nel collo e nel torace, altre più superficiali. Ha specificato che tali fendenti sono stati scagliati “con una forza che non appartiene a una donna, ma a un uomo”. Ha aggiunto che questo tipo di reato è raro per le donne e che la Crescenzi non presentava segni di colluttazione o lesioni. La giovane si sarebbe presentata ai carabinieri in pigiama e non aveva macchie di sangue. Inoltre, la legale ha sollevato domande su come la Crescenzi avrebbe potuto far scomparire l’arma del delitto, le chiavi dell’auto e il cellulare della vittima, visto che ci sono telecamere di sorveglianza nella zona.
Giada Crescenzi non ha risposto al gip
Il 19 maggio, Giada Crescenzi non ha risposto alle domande del gip durante l’interrogatorio al tribunale di Civitavecchia. L’avvocato ha riferito che la sua assistita era provata e ha esercitato il suo diritto di non rispondere. Tuttavia, aveva già risposto alle domande del pm durante un interrogatorio di cinque ore. Crescenzi rimane in carcere per motivi probatori e per evitare l’inquinamento delle prove. Il giudice, però, non ha convalidato il fermo. L’avvocato Anselmi ha informato che stanno valutando se presentare un’istanza di riesame, mentre la Crescenzi ha ribadito la sua estraneità ai fatti.
L’omicidio di Stefania Camboni
Stefania Camboni è stata uccisa la scorsa settimana a Fregene. Tra le coltellate ricevute, quattro sono risultate fatali, colpendo cuore e gola. Dall’autopsia è emerso che i colpi mortali sono stati inflitti con una lama larga 4 centimetri. La vittima sarebbe stata uccisa nel sonno nella sua camera da letto. Nella cronologia del cellulare di Giada Crescenzi sono state trovate ricerche su come rimuovere macchie di sangue da un materasso e sull’avvelenamento. Sono stati effettuati esami tossicologici sul corpo della Camboni, i cui risultati sono attesi tra 90 giorni per verificare se la vittima sia stata narcotizzata. L’avvocato ha suggerito che le ricerche di Crescenzi su Google riguardassero “come togliere le macchie di sangue perché ha le mestruazioni”, mentre il veleno era riferito all’eliminazione di piante rampicanti. Crescenzi ha dichiarato di aver dormito bene e di non aver sentito nulla, insistendo sulla sua innocenza.