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Padre di Anna Chiti: «Non doveva essere marinaio».

Una ragazza di 17 anni ha perso la vita dopo essere caduta da un catamarano a Venezia. La famiglia chiede chiarezza sull’accaduto.

Il padre, Umberto, richiede di sapere cosa sia successo il sabato sera: sua figlia Anna Chiti, che aveva appena iniziato a lavorare, è morta scivolando da un catamarano mentre stava attraccando alla Marina Santelena. La dinamica dell’incidente è al vaglio delle autorità competenti.

L’incidente

Anna, studentessa al quarto anno dell’Istituto Nautico di Venezia, aveva appena completato il primo giorno di lavoro per una società di gite in catamarano. Durante il rientro, stava assistendo nella manovra di ormeggio, che era probabilmente complicata dal vento. Si sarebbe impigliata con una corda nell’elica, rendendo difficile tornare in superficie. I soccorsi sono stati prontamente attivati, ma le manovre di rianimazione non sono state efficaci. Solo l’autopsia potrà chiarire ulteriormente la situazione.

Il padre: «Non doveva fare nessuna manovra»

Umberto esprime il suo dispiacere e la sua rabbia: «Non doveva fare nessuna manovra. Per una barca di quelle dimensioni ci voleva più personale. Anna stava lavorando da sola con il marinaio». Sottolinea che non era ancora pronta per una responsabilità simile.

Chi era Anna Chiti

Anna era una ragazza attiva nello studio, nello sport e nella parrocchia. Amava trascorrere il tempo libero con il fidanzato, condividendo momenti di spensieratezza. Era rispettata per il suo carattere solare e disponibilità ad aiutare gli altri. La sua mancanza ha creato un forte senso di smarrimento tra i compagni di scuola; la sua istituzione prevede di intitolarle un’aula o un laboratorio.


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