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Addio a Nichi Grauso, il “visionario” del giornalismo online.

Per molti era un “visionario”, capace di guardare e andare oltre. Un precursore della tecnologia e dei cambiamenti nel mondo dell’informazione. Ha affrontato sfide impossibili: radio private, televisioni e internet quando sembravano insostenibili. A 76 anni è scomparso, ex editore de L’Unione Sarda fino al 1999, quando il giornale è passato di mano all’attuale proprietario.

La rivoluzione con la radio nel ’75

La rivoluzione inizia nel 1975 con la nascita di Radiolina, la prima radio privata in FM della Sardegna e tra le prime in Italia. L’avventura prosegue con la fondazione di Videolina, la prima televisione dell’isola e oggi leader nelle trasmissioni regionali. Nel 1985 c’è l’acquisto de L’Unione Sarda, il primo quotidiano dell’isola.

È proprio da L’Unione Sarda che inizia la rivoluzione digitale. Nel 1994 il quotidiano sbarca sul web, diventando il primo giornale online in Europa e il secondo nel mondo dopo il Washington Post. La trasformazione digitale è avviata, sostenuta anche da collaborazioni con esperti del settore.

Nello stesso anno parte la sfida di Video On line, con la trasmissione in streaming del concerto di Mariella Nava, conclusa nel 1996 con il passaggio a Telecom Italia. Il panorama informativo si evolve rapidamente, con altre testate che seguono l’esempio.

I giornali locali

Le sfide continuano. Nel 2004 viene fondato Il Giornale di Sardegna, che porta alla creazione del network di testate locali Epolis, attivo in molte regioni italiane. Un nuovo approccio informativo, basato su redazioni diffuse e giornalisti che possono lavorare ovunque grazie a strumenti portatili. Nonostante il crollo di quell’esperienza, l’interesse per il cambiamento rapido e le nuove tecnologie rimane costante. Nel 2024, a febbraio, viene diagnosticato un tumore inoperabile, segnando l’inizio di una battaglia personale che non riesce a vincere.


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